Abbagnale tifa per il club dei canottieri all’Idroscalo
È sempre più mosso il mare dei milanesi. La minaccia di sfratto dello storico Idroscalo Club che dal 1935 gestisce le attività di canoa e canottaggio da parte del nuovo cda presieduto da Paolo Taveggia resta sul tavolo. E continua a far rumore, dato che entro pochi giorni si dovrà trovare una soluzione: la stagione è già ripresa, soci e atleti non sanno che ne sarà di loro e il calendario del 2020 sarà fitto di eventi e gare. A remare in favore del Club ieri si è messo anche Giuseppe Abbagnale. Un’icona degli anni ’90. Uomo simbolo del canottaggio italiano, quelle che martoriò la voce di Giampiero Galeazzi e le coronarie degli italiani a furia di medaglie conquistate in acqua. «Decidere di non rinnovare quella concessione avrà ricadute non solo sugli enti coinvolti, ma anche sull’utenza sportiva e sullo stesso impianto, che non avrà più al suo posto un’associazione che nel suo utilizzo ne fa la propria ragione di esistere». Il fratello maggiore degli Abbagnale oggi è presidente della Federazione Canottaggio. Uno degli enti che si era sfilato, per motivi economici, dalla «squadra» che aveva ottenuto l’ultima concessione nel 2015 delle acque dell’Idroscalo. Ma dava comunque per scontato di restare lì a fare l’attività. Solidarietà all’Idroscalo Club è arrivata ieri anche dal presidente della Federazione Canoa Luciano Buonfiglio. Sul tema interviene anche l’altro simbolo del remo italiano. Antonio Rossi, re del kayak e oggi sottosegretario ai Grandi eventi sportivi della regione Lombardia: «Sono ottimista che questa situazione andrà a sistemarsi, mettendo d’accordo tutti i soggetti coinvolti. Spero intanto che non si arrivi ad uno sfratto esecutivo, che creerebbe un problema pratico enorme alle strutture del Club. Questo è un luogo che mi ricorda l’infanzia, un posto da valorizzare nel bene di tutti».