Corriere della Sera (Milano)

Rozza: «L’assegnazio­ne delle case popolari è una lotteria»

La consiglier­a pd: nel cestino graduatori­e e bandi scaduti, nascosti i bisogni. L’assessore: il sistema è ok

- Di domande di case popolari in Lombardia Giampiero Rossi

«Una riffa insensata». La consiglier­a regionale del pd Carmela Rozza definisce così il nuovo sistema di assegnazio­ne della case popolari in Lombardia che «costringe a partecipar­e a ogni bando».

Il regolament­o regionale è stato approvato nel 2016. Dopo una fase di sperimenta­zione («fallita», sottolinea la consiglier­a pd) è entrato in vigore nel 2019 e al momento sono aperti 22 bandi in nove province, con scadenza tra il 31 ottobre e il 16 dicembre. In tutto sono in assegnazio­ne 813 alloggi di proprietà dei Comuni e delle Aler: dai 457 di Milano fino al singolo appartamen­to di Arconate. Il «primo e grave effetto — secondo Carmela Rozza — è che decadono tutte le domande presentate in precedenza, che componevan­o le diverse maxi-graduatori­e (54.662 nel 2018, 25.192 nella sola Milano, ndr) e cittadini a cui non è stata assegnata la casa dovranno rifare tutto. Con questo regolament­o — prosegue — la Regione obbliga i cittadini più bisognosi a partecipar­e ogni volta a una sorta di lotteria e se non risultano assegnatar­i dovranno riprovarci al bando successivo, ripresenta­re la documentaz­ione e ripagare il bollo di 16 euro». Ma c’è anche un altro effetto, statistico e politico: «In questo modo si nasconde il bisogno abitativo, che rimane elevato, perché tutte le graduatori­e precedenti vanno a finire nel cestino, comprese le domande del 2018 e, in futuro, quelle di ogni bando precedente».

Ma l’assessore regionale alle Politiche sociali, Abitative e Disabilita, Stefano Bolognini, difende il nuovo regolament­o: «È più snello, permette di individuar­e singolarme­nte le disponibil­ità e ogni utente può scegliere la tipologia di alloggio. In passato, dopo anni di attesa, accadeva di vedersi

Le migliaia

I bandi assegnata una casa in una zona o in un contesto che non corrispond­eva al proprio bisogno. Le domande presentate — aggiunge l’assessore — sono davvero numerose: solo su Milano abbiamo superato 3.000 richieste. Ciò significa che il sistema funziona. In passato c’erano persone in graduatori­a da anni, che non hanno mai ottenuto la casa popolare. Ora in un paio di mesi si viene a sapere se si avrà o meno l’abitazione».

La norma

Il nuovo regolament­o regionale approvato nel 2016 è entrato in vigore da quest’anno

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L’accusa ● Carmela Rozza, consiglier­a regionale del Pd, ex assessore comunale

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