Sindaco leghista traduce in arabo il testo sui rifiuti Haters scatenati
MASSALENGO (LODI) «Regole per la differenziata in arabo? Ma sì, accogliamoli pure col tappeto rosso!». A Massalengo (Lodi) la polemica esplode per un volantino, un vademecum sui rifiuti tradotto in arabo che ha innescato una serie di reazioni rabbiose e in più casi xenofobe via social. Una polemica tutta interna al Carroccio, visto che il promotore dell’iniziativa per l’integrazione è il sindaco Severino Serafini, eletto proprio con il Carroccio. Nato come gesto inclusivo per la comunità egiziana, ha finito per incassare critiche ed epiteti provenienti anche dalla sua stessa base. La polemica è iniziata quando il sindaco leghista ha pubblicamente ringraziato sulla sua bacheca personale di Facebook due concittadini egiziani per aver tradotto in lingua araba il regolamento per la raccolta differenziata. Ai molti messaggi di approvazione se ne sono aggiunti diversi contrari («se vado ad abitare al loro Paese farebbero lo stesso?», domanda un utente) mentre gli haters si sono scatenati soprattutto nello spazio di messaggeria privata del sindaco, apostrofato più volte con la parola «vergogna».
Il primo cittadino non ha cambiato idea e ha condannato pubblicamente chi l’ha contestato sui social, magari celando la propria identità: «Ho solo affrontato con pragmatismo un problema reale, insegnare ai miei concittadini di lingua araba la raccolta differenziata e come migliorare il decoro e l’igiene urbana». La maggior parte dei cittadini del paese alle porte di Lodi ha però applaudito il sindaco specie dopo la pubblica condanna dei «leoni da tastiera»: «Tantissimi stranieri — conferma lui — vivono a Massalengo e lo fanno in maniera regolare, seria e pagando le tasse, perciò è mio dovere come sindaco aiutarli a superare le difficoltà del vivere quotidiano come un qualunque cittadino italiano».
Radwan e Noura, gli autori della traduzione in araba del lunghissimo vademecum per la gestione dei rifiuti, non se la sono presa per le bordate degli haters e hanno accettato il ringraziamento pubblico del loro sindaco. Il quale ha chiuso l’episodio xenofobo: «I tifosi — ha detto il primo cittadino —fateli allo stadio e forse vedrete che questo paese comincerà a crescere davvero».