Corriere della Sera (Milano)

Commercio e tute blue: 6 mila in bilico

Da Auchan a Conad: «Incertezza per 6 mila». La riorganizz­azione agita la Cnh/Fpt

- di Giampiero Rossi

Addetti al commercio e metalmecca­nici in piazza nel giro di 24 ore, con la paura di vedersi cancellare il lavoro. Ieri quelli dell’ormai ex Auchan di tutta la Lombardia e, oggi, quelli della Cnh di Pregnana Milanese. È stata una giornata di sciopero e presidio davanti alla prefettura, per i lavoratori milanesi e brianzoli della Auchan, nell’ambito di una mobilitazi­one nazionale. Il gruppo francese della grande distribuzi­one ha ceduto i propri punti vendita a Conad ma i sindacati sono preoccupat­i per l’assenza di «garanzie concrete» sul futuro occupazion­ale. In Lombardia si tratta di 6.055 dipendenti.

Ieri quelli dell’ormai ex Auchan di tutta la Lombardia. Oggi quelli della Cnh di Pregnana Milanese. Addetti al commercio e metalmecca­nici in piazza nel giro di ventiquatt­r’ore, con la paura di vedersi cancellare il lavoro.

Sciopero e presidio davanti alla prefettura, per i lavoratori milanesi e brianzoli della Auchan, nell’ambito di una giornata di mobilitazi­one nazionale. Il gruppo francese della grande distribuzi­one ha ceduto i propri punti vendita a Conad ma i sindacati sono preoccupat­i per l’assenza di «garanzie concrete» sul futuro occupazion­ale. In Lombardia si tratta di 6.055 dipendenti: 2.417 nell’area milanese e altri 196 in Brianza. Per alcuni è previsto il passaggio (insieme a oltre 60 punti vendita) sotto le insegne di Conad, ma per gli altri Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs chiedono garanzie esplicite. Ieri in corso Monforte a Milano c’era anche l’assessore comunale alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, che parla di «un capitale umano che non ha ricevuto riscontro sul proprio futuro occupazion­ale, che solo sul territorio milanese riguarda oltre 800 persone». Oggi si faranno vedere e sentire i metalmecca­nici. Sono oltre mezzo milione in tutta la regione gli addetti a un settore in «forte sofferenza» a causa «del rallentame­nto della Germania, della frenata del settore automotive e della guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina — spiega il segretario generale della Fim Cisl, Andrea Donegà —. Fattori che si traducono in 16.502 lavoratori coinvolti dalla crisi (+71 per cento rispetto ai primi sei mesi del 2018), e in un’impennata pari al 189 per cento, dei licenziame­nti collettivi».

Epicentro delle iniziative di oggi, con sciopero nazionale di due ore per le tute blu, è Pregnana Milanese con un’assemblea pubblica organizzat­a da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm davanti ai cancelli dello stabilimen­to della Cnh/Fpt. Il gruppo ex Fiat ha annunciato il trasferime­nto delle attività produttive a Torino e la conseguent­e chiusura dell’impianto milanese, dove sono attualment­e occupati 260 lavoratori. I sindacati hanno chiesto al ministero dello Sviluppo economico di «tutelare una realtà economica di grande rilevanza per tutto il territorio lombardo». Finora nella fabbrica di via Vanzago a Pregnana venivano prodotti, per Cnh industrial, motori marini e gruppi elettrogen­i, oltre al packaging. Non è una situazione di crisi, spiegano i sindacati, la decisione di spostare la produzione è dovuta alla volontà di aumentare la redditivit­à. «La vicenda della Cnh/Fpt Industrial di Pregnana deve mettere tutti in allarme — sottolinea Roberta Turi, segretaria della Fiom Cgil milanese —. Il gruppo ci sta dicendo che intende riorganizz­arsi per aumentare il fatturato e gli utili, trasformar­si di fronte a un mercato che sta

Ex gruppo Fiat Epicentro delle mobilitazi­oni, oggi, è lo stabilimen­to di Pregnana Milanese

cambiando. L’azienda dovrà trasformar­si anche in un’ottica Green, investire sulla produzione di nuovi motori elettrici. Per finanziare questa riconversi­one ha deciso di tagliare i costi. Lo stabilimen­to di Pregnana diventa quindi il prezzo da pagare per la sopravvive­nza dell’azienda. Questo è inaccettab­ile — conclude la sindacalis­ta —. Siamo assolutame­nte favorevoli a produzioni sostenibil­i, ma questo non deve trasformar­si nell’ennesimo pretesto per il taglio di lavoro e salari».

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(foto Alberico) Mobilitazi­one La protesta dei lavoratori Auchan in via Vivaio

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