Al market senza mai pagare Dalle madri alle figlie: così il clan organizza i furti
Case bianche, prese due ragazze legate alla leader Hudorovich
La capa è sempre lei. Una capa stimata, temuta, indiscussa. Deborah Hudorovich. Fa niente se entra ed esce di galera, fa niente se l’avevano cacciata nel marzo 2018 dall’alloggio popolare occupato abusivamente: sempre qui attorno sta. Ovvero le «case bianche» di viale Fulvio Testi, i famigerati, flagellati caseggiati dell’Aler. Deborah c’è, e detta la linea. Di generazione in generazione. Un clan di nomadi italiani. Un’unica filosofia esistenziale: vivere della e nella illegalità. Ovvero: per dormire si conquistano appunto appartamenti sfitti, per mangiare si fa la spesa senza versare un centesimo. Così faceva, prima che la beccassero. E così hanno fatto la figlia Erika, 18 anni, e la nipote, della quale non pubblichiamo il nome in quanto minore (ha 16 anni).
Il commissariato GrecoTurro, lo stesso che aveva catturato Deborah, ha preso le altre due. Di diverso, c’è soltanto la geografia metropolitana. Allora (il 15 luglio), erano stati i supermercati «Dpiù» di viale Suzzani e «Pozzoli» di via Arezzo; questa volta (sabato) è stato il «Carrefour» di viale Fulvio Testi. Vediamo che cosa è successo. Sono le 8.45. Alla cassa arrivano due ragazze. Una ha una corporatura esile e indossa un giubbotto scuro, l’altra è meno magra e porta un giubbotto giallo. Hanno alimenti per 61,98 euro (il totale lo si scoprirà dopo) contenuti in due buste di tessuto, colore rosso. Superano la cassa e camminano verso l’uscita. La cassiera le raggiunge, chiede conto del mancato pagamento, e una delle due fa un po’ di recita, cioé fruga nelle tasche dicendo di non trovare lo scontrino che dimostra come in realtà il cibo l’abbiano acquistato da un’altra parte. Qualche secondo di commedia, poi evidentemente le ragazze si stancano, una spinge la cassiera, la invita a farsi i fatti suoi, le due raggiungono velocemente l’esterno del «Carrefour» e spariscono. Il direttore del supermercato, informato dalla cassiera, avvisa le forze dell’ordine. Inizia la caccia degli agenti del commissariato diretto da Angelo De Simone che, sul disastro delle «case bianche» ha molto lavorato, fin qui, e in particolare sulle gesta del clan Hudorovich, in perenne combutta con un altro gruppo di nomadi italiani, quello dei Braidic. I poliziotti dunque si mettono all’inseguimento, dalle descrizioni aggiuntive della commessa capiscono orientativamente chi possano essere le malviventi, che trovano non lontano. Manette. Caso chiuso.
Val la pena adesso di esaminare i singoli profili delinquenziali. Nel luglio 2017, la minorenne è stata indagata per furto in un negozio. A marzo, ha firmato un’incursione all’«Ipercoop» di via Gozzoli. Ad agosto, l’hanno indagata per oltraggio a pubblico ufficiale nel mezzanino della stazione Cordusio del metrò. In quest’ultima circostanza, c’era la cugina Erika, la quale, solo quest’anno, è stata indagata per furto al supermercato «Esselunga» di viale Famagosta, furto in un’altra «Esselunga», quella di via Novara, dove in totale ha colpito tre volte, tentato furto nel negozio «Scarpe & scarpe» di via Antonini, furto aggravato all’«Oviesse» di viale Umbria...
Nel 2013, a 12 anni, Erika Hudorovich era stata fermata dalla polizia. Aveva appena rubato in un negozio.