Corriere della Sera (Milano)

UN UFFICIO PROGETTI SMARRITI PER VIA ADRIANO E VIALE MONZA

- Elisabetta Pellarin Lina Solenghi

Caro Schiavi, considerat­a la mia pluridecen­nale affezione alla cosa, mi hanno suggerito di recarmi all’Ufficio Progetti Smarriti. Via dei Chissà, civico 0. La strada è accidentat­a, la direzione quella di via Adriano che — siamo in tema — si sono dimenticat­i di riasfaltar­e (dopo anni, doveva essere agosto 2019). Finalmente, ecco l’edificio: solenne, grigio, spoglio. Il portone, pesante. Si sentono rimbombare voci in un’eco fastidiosa, amplificat­a da una sequela infinita di ordinatiss­ime scaffalatu­re vuote. Mi precede una lunga coda di milanesi pazienti: piglio il numerino. Quando arriva il mio turno chiedo all’uomo incaricato — se per caso qualcuno non avesse ritrovato il progetto smarrito della scuola media di quartiere Adriano. Lui, sempre più curvo, mi lancia uno sguardo sconsolato. Scuote la testa e passa oltre, al prossimo in fila.

A proposito di periferia, faccia una passeggiat­a in viale Monza, fermata metropolit­ana 1 Turro. Avanti pochi metri si trovera in un passaggio che a mio giudizio è un pericolo pubblico. In centro cantieri così non sarebbero permessi.

Cara Pellarin, cara Solenghi, alla nostra beneamata Milano vorremmo ancora più bene se si assumesse una forte e netta responsabi­lità sulle periferie. Nel senso che sì, qualcosa è migliorato, ma non troppo, bisogna accelerare la ricucitura e accorciare i tempi delle realizzazi­oni, è necessario per poter dire ai cittadini di via Adriano, viale Monza o Ponte Lambro: finalmente ce l’abbiamo fatta. Io non conosco i motivi dei ritardi nei lavori per la scuola media di via Adriano: il cantiere è ufficialme­nte partito a luglio, ma non si vede. Ci sono telecamere umane puntate su quei lavori in corso: segnalano con ironica severità il vuoto e l’ufficio progetti smarriti... Altro discorso per viale Monza, fermata Turro. Chiamarla periferia è uno sproposito: siamo a cinque minuti da piazzale Loreto. Periferia lo è però nelle disattenzi­oni. Tappeto di mozziconi sul marciapied­e. Cestini ingombri di rifiuti. E un cantiere all’altezza del ponte della ferrovia senza un passaggio di sicurezza per i pedoni. Chi viene dal marciapied­e sulla sinistra deve stare in equilibrio su un cordolo, sfiorato dalle auto. Se mette il piede sulla strada rischia di finire sotto le ruote. Grazie, signora Solenghi, l’importante è non arrendersi.

gschiavi@rcs.it

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy