UN UFFICIO PROGETTI SMARRITI PER VIA ADRIANO E VIALE MONZA
Caro Schiavi, considerata la mia pluridecennale affezione alla cosa, mi hanno suggerito di recarmi all’Ufficio Progetti Smarriti. Via dei Chissà, civico 0. La strada è accidentata, la direzione quella di via Adriano che — siamo in tema — si sono dimenticati di riasfaltare (dopo anni, doveva essere agosto 2019). Finalmente, ecco l’edificio: solenne, grigio, spoglio. Il portone, pesante. Si sentono rimbombare voci in un’eco fastidiosa, amplificata da una sequela infinita di ordinatissime scaffalature vuote. Mi precede una lunga coda di milanesi pazienti: piglio il numerino. Quando arriva il mio turno chiedo all’uomo incaricato — se per caso qualcuno non avesse ritrovato il progetto smarrito della scuola media di quartiere Adriano. Lui, sempre più curvo, mi lancia uno sguardo sconsolato. Scuote la testa e passa oltre, al prossimo in fila.
A proposito di periferia, faccia una passeggiata in viale Monza, fermata metropolitana 1 Turro. Avanti pochi metri si trovera in un passaggio che a mio giudizio è un pericolo pubblico. In centro cantieri così non sarebbero permessi.
Cara Pellarin, cara Solenghi, alla nostra beneamata Milano vorremmo ancora più bene se si assumesse una forte e netta responsabilità sulle periferie. Nel senso che sì, qualcosa è migliorato, ma non troppo, bisogna accelerare la ricucitura e accorciare i tempi delle realizzazioni, è necessario per poter dire ai cittadini di via Adriano, viale Monza o Ponte Lambro: finalmente ce l’abbiamo fatta. Io non conosco i motivi dei ritardi nei lavori per la scuola media di via Adriano: il cantiere è ufficialmente partito a luglio, ma non si vede. Ci sono telecamere umane puntate su quei lavori in corso: segnalano con ironica severità il vuoto e l’ufficio progetti smarriti... Altro discorso per viale Monza, fermata Turro. Chiamarla periferia è uno sproposito: siamo a cinque minuti da piazzale Loreto. Periferia lo è però nelle disattenzioni. Tappeto di mozziconi sul marciapiede. Cestini ingombri di rifiuti. E un cantiere all’altezza del ponte della ferrovia senza un passaggio di sicurezza per i pedoni. Chi viene dal marciapiede sulla sinistra deve stare in equilibrio su un cordolo, sfiorato dalle auto. Se mette il piede sulla strada rischia di finire sotto le ruote. Grazie, signora Solenghi, l’importante è non arrendersi.
gschiavi@rcs.it