Tentano truffa Parapiglia al Mandarin
Incontro per la compravendita di case. Al tavolo slavi e tedeschi
Parapiglia al «Mandarin Oriental Hotel», il cinque stelle di lusso (completamente estraneo alla vicenda, anzi ha chiamato celermente le forze dell’ordine): fra quattro uomini, due per parte, è scoppiato un litigio. Sono dovuti intervenire i poliziotti. Panico tra i clienti presenti. Secondo gli iniziali accertamenti, si erano dati appuntamento per discutere dell’acquisto di case di nuova costruzione per un valore di poco inferiore ai due milioni di euro. In realtà, era una truffa: in corso accertamenti, anche alla ricerca di eventuali complici dei due presunti venditori, che aspettavano all’estero. La trattativa era iniziata mesi fa.
Gli scarabocchi, vergati su foglietti con intestazione il «Mandarin Oriental Hotel», il cinque stelle di lusso di via Andegari dove tutto è avvenuto, riportano numeri, divisioni, sottrazioni, percentuali. Rappresentano lo schema del pacco che due uomini, forse slavi, stavano per rifilare ieri pomeriggio ad altri due, pare di nazionalità tedesca, nella lounge dell’hotel, totalmente estraneo alla storia, anzi, con il suo personale addetto alla sicurezza lesto nell’avvisare le forze dell’ordine.
In ballo, nell’incontro avvenuto intorno a un tavolino consumando acqua minerale e caffè, c’era l’acquisto di alcune case di nuova costruzione per un valore complessivo vicino ai due milioni di euro.
Secondo quanto riferito dalla Questura, che ha preso in carico il caso e sta svolgendo le indagini — l’intera vicenda presenta più di un punto fumoso e necessita di accertamenti —, non c’era nessuna valigia piena di soldi. Questo significa che quella che è apparsa come un’imminente truffa, non era ancora arrivata alla sua fase conclusiva, quando per appunto si concretizza materialmente il raggiro. Si trattava dunque di un colloquio nell’ambito della trattativa per limare sul prezzo, esaminando le offerte da parte dei due sedicenti venditori che, sempre su quei foglietti, avevano scritto il nome di grossi istituti di credito disposti a finanziare in parte, con tassi agevolati, l’intera operazione immobiliare. Ecco, i venditori. Si sono evidentemente traditi, se a un certo punto gli aspiranti acquirenti sono andati su tutte le furie, con la pacifica chiacchierata degenerata rapidamente, e con la necessità di un immediato intervento delle pattuglie dell’Ufficio di prevenzioquesto ne generale, per impedire che nella lounge del «Mandarin oriental hotel» rimanessero dei feriti.
Fonti acquisite dal Corriere oltre che fra gli stessi investigatori anche fra i testimoni della scena nel cinque stelle, raccontano che sul tavolino, insieme alle bottiglie e alle tazzine, sono rimasti depositati dei masterplan che illustravano il progredire dei lavori delle case e il risultato finale. La presentazione, come sempre avviene in truffe di tipo, era impeccabile. Il materiale, insieme ai filmati delle telecamere interne ed esterne, è stato acquisito dagli agenti e verrà esaminato.
A ieri sera, non era ancora stato adottato un eventuale provvedimento nei confronti dei falsi venditori: nel lungo arco, che può durare mesi, della trattativa, la banda di truffatori mette in campo più pedine possibili, investendo su soggetti «adatti» alla recita. Sia come presenza fisica sia nelle capacità dialettica e nella preparazione di base, proprio per non dare adito a sospetti nella parte che deve comprare.
L’aggancio iniziale alle prede avviene attraverso inserzioni pubblicate su giornali e siti online, e relative a transazioni immobiliari, vendite di macchine di lusso, gioielli, opere d’arte, cavalli di razza. Gli incontri cadono in tutta Europa, di solito in hotel famosi. All’esterno, aspettano i complici, casomai le cose dovessero prendere una brutta piega oppure ci sia da far sparire subito i soldi. Anche su eventuali figure fuori dall’hotel, che potrebbero fornire spunti investigativi, sono concentrate le ricerche della polizia.
Al tavolino Lo scontro ha convolto quattro uomini che si erano dati appuntamento in hotel
I complici Gli investigatori stanno esaminando i filmati: forse c’erano anche dei complici all’esterno