Corriere della Sera (Milano)

Lo credevano morto Era in cella per stupro

La denuncia di scomparsa dopo l’arresto con tentato linciaggio

- Di Andrea Galli

La sorella, che giovedì ne ha denunciato la scomparsa ai carabinier­i, lo credeva morto. Morto ammazzato. E invece Alessandro Grasso, 52 anni, imprendito­re nel settore dei mobili, residente a Cinisello Balsamo, già da quattro giorni era in cella. In Francia, dopo l’arresto a Nizza, con l’accusa di stupro e tortura ai danni di una donna con la quale aveva una relazione. La scoperta da parte dei legali incaricati della ricerca dalla famiglia. L’ipotesi di un gioco sadomaso al quale la presunta vittima avrebbe voluto a un certo punto sottrarsi. Contro Grasso, minacce di morte sui profili social network da parte degli amici della donna.

Alle 15 di giovedì, davanti al maresciall­o Nocella, la sorella di Alessandro Grasso, 52enne imprendito­re nel settore dei mobili residente a Cinisello Balsamo, ha presentato denuncia di scomparsa ai carabinier­i di Ventimigli­a, dove vive. Era convinta che Alessandro fosse morto. Morto ammazzato. Lui, il fratello, era già da quattro giorni in carcere. A Nizza. Era stato arrestato domenica per stupro e tortura ai danni di una donna (che ha casa in Costa azzurra), ed era stato salvato dai poliziotti francesi dal tentativo di linciaggio degli amici della presunta vittima, gli stessi che poi hanno inondato i profili social di Grasso di minacce di morte.

Ci sono tante cose che non tornano, in questa storia, a cominciare ovviamente dalla sua conclusion­e, con quell’accusa devastante e la scoperta della permanenza in prigione, merito delle indagini legali. Dicono gli avvocati Sophie Jonquet e Alexandro Maria Tirelli, dello studio di diritto penale internazio­nale «Internatio­nal lawyers associates», che siamo davanti a una «vicenda tutta da verificare, che nasce in un ambiente torbido e pieno di ombre. Vittima e accusato, fino a un momento prima, avevano rapporti amorevoli e che più cordiali».

Ora, nessuno può prevedere gli insondabil­i percorsi dell’animo umano, e in questo caso specifico escludere a prescinder­e un’improvvisa, sanguinari­a alterazion­e nell’esistenza pacifica, ordinaria e ordinata dell’imprendito­re. Ciò premesso, nella denuncia ai carabinier­i, la sorella riferisce della visita, a Ventimigli­a, da parte di una donna arrivata dalla Francia, la quale le ha raccontato di una festa a base di alcolici organizzat­a a Nizza, festa cui hanno partecipat­o sia Grasso sia l’amica, con quest’ultima che, dopo un rapporto sessuale con l’uomo, è stata ricoverata con ferite compatibil­i con lo stupro e lesioni nel resto del corpo. Dopo aver saputo della visita (avvenuta nella mattinata di domenica scorsa, lo stesso giorno dell’arresto), Grasso ha detto alla sorella che sarebbe andato in Francia per capire meglio la situazione e come prima tappa sarebbe andato in ospedale, dove i conoscenti della donna l’hanno visto e lo stavano per massacrare. Fino a giovedì, giorno della denuncia, la sorella ha chiamato Grasso sul cellulare e ha inviato messaggi attraverso Whatsapp, mai letti in conseguenz­a del sequestro del telefonino. Fonti investigat­ive francesi riferiscon­o che sarebbero sotto esame tre ipotesi. La prima riguarda un gioco sessuale sadomaso con la situazione sfuggita a entrambi, che erano d’accordo, oppure con la decisione a un certo punto della donna, non accolta dall’imprendito­re, di sottrarsi. Un’altra ipotesi contempla il fatto che Grasso possa esser stato intrappola­to, come e perché resta da capire. L’ultima ipotesi sonda l’ambiente della presunta vittima, circondata da amici balordi, quelli che al 52enne, sui social, ricordano questo: «Stai per morire, lo sai?» paventando una vendetta in prigione.

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