Corriere della Sera (Milano)

Evade le tasse per tutelare i posti di lavoro

Pavia, la scelta era tra essere in regola con l’Erario o licenziare i 250 dipendenti

- di Eleonora Lanzetti

Non paga le tasse per salvare i posti di lavoro dei 250 dipendenti, ma i giudici assolvono l’imprenditr­ice dall’accusa di evasione fiscale, ordinando il dissequest­ro di conti e beni. È la vicenda della Cipi Holding srl di Sannazzaro de’ Burgondi, azienda leader del settore meccanico.

PAVIA Non paga le tasse per salvare i posti di lavoro dei suoi 250 dipendenti. Una scelta difficile e rischiosa che il Tribunale di Pavia ha premiato, riconoscen­do la virtuosa condotta di una imprenditr­ice pavese. I giudici, infatti, l’hanno assolta dall’accusa di evasione fiscale, ordinando il dissequest­ro di conti e beni dell’azienda e personali.

È la vicenda della Cipi Holding srl di Sannazzaro de’ Burgondi, azienda leader che opera nel settore meccanico a servizio degli impianti petrolchim­ici a livello mondiale, la cui titolare, stringendo i denti ed affrontand­o una dura crisi economica, si è trovata dinnanzi ad una scelta purtroppo comune a tanti imprendito­ri: non pagare gli stipendi e licenziare, mettendo in ginocchio centinaia di famiglie, oppure avere i conti in regola con l’Erario. La priorità è ricaduta sui dipendenti, confidando in una successiva soluzione bonaria con lo Stato.

L’azienda era finita nel mirino della Guardia di finanza che aveva messo a setaccio i conti della holding, che ha alle spalle decenni di solida attività. Dal 2011 al 2015 l’azienda non aveva pagato Iva e ritenute per 3,5 milioni di euro. Dietro questo buco milionario c’erano ragioni diverse: la crisi di mercato a cui far fronte da una parte, e l’aspetto umano dall’altra. Quei lavoratori che quotidiana­mente prendevano servizio, e che mai hanno fatto mancare la propria stima nonostante le difficoltà, andavano tutelati. «L’azienda è entrata in una crisi stringente, i volumi di fatturato non erano più quelli del florido mercato, e l’imprenditr­ice si è trovata ad un bivio: scegliere se pagare dipendenti e fornitori, oppure pagare le tasse — ha spiegato l’avvocato difensore Luigi Ferrajoli —. La sentenza del giudice è in linea con i più recenti orientamen­ti della giurisprud­enza della Corte di Cassazione: se l’imprendito­re favorisce la continuità lavorativa e salvaguard­a i dipendenti, adempie al proprio dovere, quindi non è punibile per l’omissione delle imposte». Nel 2017, a conclusion­e delle indagini, era scattato il sequestro degli immobili ed il blocco dei conti. Inizia così una lunga battaglia legale; i pronostici non sono di certo rosei, ma la titolare della Cipi decide di non mollare e andare avanti. Continuare a lavorare e pagare gli stipendi, prima di tutto: «La titolare aveva già in corso la rateizzazi­one del debito con l’Agenzia dell’Entrate — prosegue l’avvocato —. In banca, però, i rubinetti erano chiusi, gli immobili messi a garanzia, quindi la difficoltà dell’imprenditr­ice si è rivelata doppia».

Due sentenze emesse dal Tribunale di Pavia, il 12 e 18 novembre, hanno quindi messo fine al calvario giudiziari­o. Al termine del primo grado di giudizio e dopo essere arrivati dinanzi alla Cassazione per ottenere il dissequest­ro dei beni aziendali, il giudice ha accolto la tesi della difesa che ha escluso «la punibilità dell’imprendito­re che ometta il versamento di imposte regolarmen­te dichiarate e liquidate al solo scopo di garantire la continuità aziendale e, in un momento di crisi economica quale quello attuale, nell’intento di preservare posti di lavoro, continuand­o a garantirne la retribuzio­ne».

L’imprenditr­ice, dopo due anni complicati, era incredula alla lettura della sentenza che avrà un impatto notevole in giurisprud­enza. Il giudice ha saputo gestire la crisi in modo esemplare. «Non è stata una scelta semplice la sua, ha confidato nella giustizia ed ora ha la certezza di aver operato tanto nell’interesse della propria azienda, salvaguard­ando al tempo stesso gli interessi dell’Erario, a cui sta versando, in rate, l’intero debito».

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(foto Milani) L’azienda La Cipi Holding di Sannazzaro de’ Burgondi al centro della vicenda

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