Corriere della Sera (Milano)

Uno skatepark alla Triennale: lo sport nell’arte

Si chiama così (con un gioco tra forme e lettere) lo skatepark d’artista che apre oggi in Triennale

- Di Laura Vincenti

L’arte diventa gioco alla Triennale grazie alla nuova installazi­one firmata dall’artista sudcoreana Koo Jeong A. Uno skatepark al coperto allestito ad hoc nella Galleria progettata da Gae Aulenti, al piano terra del museo. L’artista asiatica da anni lavora sul tema del gioco e degli spazi pubblici e ha già creato altre opere simili a Liverpool, a San Paolo in Brasile e in Francia. Ma tutte all’aperto. Al contrario di questa, il primo skatepark all’interno di un museo. S’intitola «OooOoO» perché riprende la forma delle «bowl» (ciotole) che si possono skatare, sei in tutto. «Ho giocato con le forme astratte, geometrich­e, come la sfera, cercando di gestire al meglio lo spazio previsto per questa installazi­one tenendo conto dei suoi limiti, come i muri e le colonne, senza dimenticar­e i requisiti di sicurezza che sono fondamenta­li», spiega l’artista, che per realizzare l’opera si è avvalsa anche della collaboraz­ione della grande comunità di skater che popola Milano. «La mia idea è far provare la sensazione di fare skate di notte, all’aperto, in mezzo alla natura — continua Koo — per questo ho chiesto a Koreless, musicista elettronic­o di Glasgow, di riprodurre attraverso il suono il senso di oscurità». La colonna sonora è in crescendo e quando raggiunge il suo apice le luci si spengono: con il buio l’installazi­one, rivestita di una vernice fluorescen­te, si accende e si colora.

«È molto carina, innovativa, soprattutt­o per questo gioco di luci», racconta Valeria Bertaccini, 26 anni, che si allena con la Federazion­e Italiana Skateboard­ing per qualificar­si alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, le prime aperte a questa disciplina sportiva che per molti è un vero e proprio stile di vita. «L’idea è davvero originale, non esistono altri skatepark di questo tipo — continua l’atleta —. Io vivo a Torino ma qui tornerò sicurament­e perché in inverno è anche piacevole allenarsi al chiuso». E questo è l’unico impianto coperto in città, a parte la Bastard Bowl di via Slataper.

Lo skatepark segue gli orari della Triennale: è aperto dalle 10.30 alle 20.30 dal martedì alla domenica, con ingresso gratuito. «Stiamo organizzan­do tanti eventi, sia diurni, per esempio la scuola in collaboraz­ione con Bastard, per bambini, ragazzi, famiglie e scuole, sia serali, comunicati sul nostro sito», assicura Lorenza Baroncelli, che ha curato l’esposizion­e insieme a Julia Peyton Jones. E questo è solo il primo di una serie di progetti in collaboraz­ione con l’esperta d’arte inglese (la prossima primavera sarà inaugurato un Playground in Giardino) legati al tema del gioco. «Ma inteso in maniera molto seria, come fa da sempre la Triennale — chiosa il presidente Stefano Boeri —. L’artista Maria Lai diceva “Il gioco è l’arte dei bambini e l’arte è il gioco degli adulti”. Questa installazi­one è aperta a tutti, è pensata per un pubblico trasversal­e: il nostro obiettivo è richiamare tanti giovani, e chi, magari, non frequenta abitualmen­te i musei o le istituzion­i culturali». E la Triennale sta già dialogando con il Comune perché alla fine dell’esposizion­e, il 16 febbraio, la scultura possa trovare una nuova casa così da restare in pianta stabile a Milano.

Progetto «Play!»

Firmata dalla coreana Koo Jeong A, l’installazi­one sarà fruibile da tutti a ingresso libero

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Evoluzioni Uno skater in Triennale
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(foto Piaggesi/ Fotogramma) Fluorescen­te Col buio l’opera si accende e si colora di verde

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