Corriere della Sera (Milano)

Tutti gli amori sono legittimi Al Filodramma­tici 6 spettacoli per il festival «Lecite Visioni»

Sei spettacoli e incontri Dall’ironia di Fullin alla persecuzio­ni franchiste

- di Livia Grossi

«Esistono diversi modi di amare e sono tutti legittimi, il nostro festival lo dichiara con ancora più forza oggi, un tempo in cui l’omofobia pare essere legittimat­a». Mario Cervio Gualersi, direttore artistico di «Lecite/Visioni» torna al Teatro Filodramma­tici con il suo atteso cartellone, sei storie di amori lbgt per abbattere ogni etichetta. Un appuntamen­to seguitissi­mo che quest’anno, ottava edizione, ha rischiato di saltare: «siamo qui grazie al supporto della Chiesa Valdese», afferma Gualersi, «per la prima volta non abbiamo avuto il contributo del Comune, nulla di politico sia chiaro, sempliceme­nte il frutto di un regolament­o che impedisce di finanziare singoli progetti che si svolgono in teatri già convenzion­ati. In ogni caso ci riteniamo “fortunati”, siamo dei sopravviss­uti».

Dopo la scoppietta­nte overture di stasera con «Fullin legge Fullin»,la programmaz­ione teatrale entra nel vivo domani con il debutto nazionale di «Pochos» di Benedetto Sicca: storia della prima squadra di calcio gay del Sud Italia, i napoletani «Pochos», appunto (a fine spettacolo incontro di approfondi­mento con il regista, gli autori e alcuni giornalist­i). Napoli è ancora al centro della scena con «12 baci sulla bocca» di Mario Gelardi, la storia d’amore o meglio l’incontro-scontro tra Emilio omosessual­e, e Massimo che si sta per sposare con l’unica donna che ha avuto nella sua vita. Un melodramma ambientato negli anni 70, diretto da Giuseppe Miale di Mauro.

S’ispira invece all’Orfeo di Euridice e alla ricerca del partner perduto «Ci vediamo all’alba», il testo di Zinnie Harris diretto da Silvio Peroni. Un lavoro delicato in cui le protagonis­te sono Robyn e Hellen, due donne sopravviss­ute a un incidente in barca, due persone distanti unite dal bisogno di trovare un modo per tornare a casa. Una favola moderna che tra ossessioni e fantasie s’interroga sull’amore e la tentazione di perdersi in un futuro impossibil­e. La scena cambia decisament­e tono domenica 1 dicembre con «Shalom» di Laura Fossa (ore 18,ingresso gratuito), un testo in cui si riflette su quanto i ricatti famigliari e i sensi di colpa religiosi possono minacciare anche l’intesa più forte: quella tra Shalom, figlio di un rabbino intransige­nte e Jack, manager americano che sta divorziand­o dalla moglie.

Il festival chiude domenica con la prima milanese di «Tangeri» (ore 21), ispirato alla vicenda di Miguel de Molina, cantante e ballerino spagnolo perseguita­to durante la dittatura franchista in quanto omosessual­e e antifascis­ta. Uno spettacolo ideato da Silvano Spada a cui dà voce, tra una musica di Vivaldi e una di Philip Glass, Gianni De Feo.

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Prima milanese Gianni De Feo in «Tangeri» sulla storia del ballerino spagnolo Miguel de Molina

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