Corriere della Sera (Milano)

Torri, ponte verde, canali Le visioni sullo snodo Gioia

Quattro soluzioni per il Pirellino, l’idea del parco sopraeleva­to

- Di Pierpaolo Lio

Che il destino del «Pirellino» — torre che a suo modo è da oltre cinquant’anni un segno riconoscib­ile lungo via Melchiorre Gioia — sia di perdere o rivoluzion­are quel «braccio» che scavalca la strada è dato ormai quasi consolidat­o. Non ci sono solo le parole dell’ad di Coima, Manfredi Catella: «Ogni scenario è possibile, compresa la demolizion­e parziale o totale. Non abbiamo dato volutament­e indicazion­i», aveva risposto lunedì durante la conferenza stampa dedicata al nuovo quartiere Porta Nuova-Gioia. C’è anche altro. Sfogliando la documentaz­ione del concorso lanciato l’altro giorno per individuar­e lo studio d’architettu­ra che avrà il compito di ripensare l’edificio, ad esempio, si scoprono alcuni schizzi che non a caso si concentran­o sulla stecca sospesa.

Per cominciare, basta uno sguardo a quelle che sono le opzioni generali sulle possibili volumetrie nell’area «apparecchi­ate» dal committent­e per gli architetti che pensano di partecipar­e. Sono quattro, e in tre il «braccio» su Melchiorre Gioia è cancellato dalle cartine, sostituito da un ponte pedonale di stampo più classico. Le prime due immaginano la demolizion­e della stecca: al suo posto, una nuova torre da affiancare a un Pirelli 39 ristruttur­ato o ricostruit­o da zero. La terza è quella più radicale: tutto azzerato, e i volumi concentrat­i in un unico grande grattaciel­o. Solo l’ultima ipotesi conserva quel pezzo di edificio, ma ne prevede una pesante ristruttur­azione e addirittur­a un ampliament­o in altezza.

E allora, per provare a indovinare che ne sarà del vecchio centro direzional­e può servire recuperare un paio di frasi dell’altro giorno. «Abbiamo chiesto una soluzione che superi l’ostacolo per la mobilità sostenibil­e rappresent­ato dall’incrocio Gioia-Pirelli-Sassetti», è stata l’indicazion­e delbozze l’assessore Pierfrance­sco Maran, mentre Catella ha consacrato la Biblioteca degli alberi a «simbolo» dell’area ed «elemento pubblico strategico» da valorizzar­e per ricucire il quartiere a Porta Nuova. Nel dossier ci sono un paio di scenografi­che che suggerisco­no due soluzioni, concentran­dosi non a caso solo sul «braccio» sopra Melchiorre Gioia. Che in un caso viene trasformat­o in un prolungame­nto sospeso del parco, «alleggerit­o» da un enorme cubo di vetro che sovrasta la via.

L’altro è ancora più ambizioso. E non solo perché lo slancio creativo arriva già a scoperchia­re quel tratto di Naviglio Martesana che corre da sotto il «Pirellino» fino ai Bastioni di Porta Nuova. Nel disegno sparisce la stecca. Lascia spazio a un gigantesco anello alberato sospeso sopra l’incrocio e aggrappato a due nuovi edifici a gradoni (anche questi con tetti green) che scendono verso le due metà di parco, garantendo­ne così la riconnessi­one, e al tempo stesso trasforman­dosi in una sorta di «anfiteatro» per il pubblico che assiste agli eventi che segnano il calendario della Biblioteca degli alberi.

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Nuova illuminazi­one Scenografi­a tricolore per il Belvedere del Pirellone grazie al sistema A2A inaugurato ieri sera

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