Guasto sulla M2, tre ore di disagi I pendolari riuniti: incubo Trenord
Cadorna, un centinaio al sit-in: basta ritardi
Erano un centinaio, furiosi, al grido di #adessobasta. Il popolo dei pendolari lombardi, trasversale per età e professione, porta la protesta dalla piazza virtuale dei social a quella di Cadorna. «Treni cancellati, blocchi delle linee, disservizi per il maltempo, ritardi all’ordine del giorno. Sono condizioni di trasporto indegne della Lombardia», tuona Gabriella Alemani, amministrativa in Bicocca. «Mai una motivazione, sempre e solo il laconico “Ci scusiamo per il disagio”. Ma ci portino rispetto! Non lo sanno come funziona in Europa?», si sfoga Roberta Antonioli, esperta di eventi, che ha vissuto 12 anni da pendolare vicino ad Amsterdam: «Lì era una routine faticosa ma sopportabile, qui no». Cinzia Sironi, impiegata, è fuori di sé: «Abbiamo la nuvola di Fantozzi incorporata, oggi ci siamo subiti anche il fermo della M2, in aggiunta a tutto il resto. Ci hanno fatto scendere al buio in galleria, non lo auguro a nessuno», perde la pazienza. Ogni mattina si sveglia all’alba e prende quattro mezzi per arrivare da Nova milanese dove abita fino a Rozzano dove lavora.
Non è l’unica a chiamarla «l’odissea dei mezzi pubblici» e citare anche disagi legati ad Atm. Ieri a restare bloccata dalle 14 alle 16.30 è stata la linea verde, tra le stazioni di Famagosta e Abbiategrasso/Assago. Sono stati messi in campo 26 bus sostitutivi, ma la goccia è traboccata lo stesso: «Domani e venerdì ci aspettano pure gli scioperi di Atm e Trenord, come se le nostre giornate non fossero già da incubo», è esasperato Romeo Agliardi, 47 anni, tecnico del suono. Secondo molti la cosa più fastidiosa è non avere informazioni in tempo reale, «rimanere in balia degli eventi senza potersi organizzare — sbotta Camilla Salmoiraghi, 20 anni, studentessa di Giurisprudenza in Statale, che abita a Robecchetto, dopo Turbigo —. Trenord non le dà, potrebbe lasciare almeno che scriviamo noi sulla loro app, informandoci a vicenda su ritardi e disagi». E ancora: «Basterebbe un po’ di considerazione, per rendere accettabile il viaggio. La temperatura giusta, ad esempio: in estate non funziona l’aria condizionata, adesso il sogno è il riscaldamento».
Sul web continuano a nascere pagine di protesta, da «Pendolari imbruttiti» a «Sporchi cattivi pendolari» e «Comitato pendolari in lotta». La rabbia davvero non si contiene. «Sono reduce da un ritardo di un’ora e mezza sulla linea Milano-Como, ed è un continuo rimpallo di responsabilità tra Regione, Trenord e Trenitalia», urla Mario Feraboli. Di fianco a lui Giovanni Marzotto, 71 anni, consulente finanziario in giacca e cravatta, con la moglie Laura. Da due anni si sono trasferiti a Merate, lavorano in pieno centro: «Lei non si immagina le condizioni in cui viaggiamo ogni giorno. Stipati, tutti in piedi, pericolosissimo tra l’altro, con ritardi e disagi continui. Trasportati peggio che nei carri bestiame».