LA CULTURA DEVE CRESCERE ANCHE NEI NUOVI QUARTIERI
L’incidente fra un filobus e un camion dell’Amsa, costato la vita a una donna, fa riflettere. Tutti i giorni si incrociano conducenti di mezzi pubblici «distratti» con lo sguardo abbassato su uno smartphone appoggiato sulle gambe o sul cruscotto. Esattamente quello che fanno la maggior parte degli automobilisti e pure molti ciclisti. Oggi la telefonata è il minore dei mali perché tutti abbiamo in mano praticamente un televisore e un computer e li usiamo mentre guidiamo, in città e anche in autostrada a 130 all’ora. Se nessuno avrà il coraggio di «bloccare» lo smartphone negli abitacoli di tutti i veicoli (cosa molto semplice) gli incidenti sulle strade, più o meno gravi, aumenteranno sempre di più, insieme a morti e feriti. Non bisogna essere un genio per prevederlo.
Schianto/2
Ho letto che per il gravissimo incidente del filobus risulta indagato per eccesso di velocità anche l’autista del mezzo dell’Amsa. Sono un
Caro Schiavi, ottime notizie per la cultura a Milano. Secondo l’indagine presentata lunedì 9 dicembre dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, Milano è in vetta alla classifica delle province del Paese come capitale della cultura. Prima per incidenza della filiera delle manifestazioni artistiche e della creatività in termini di valore aggiunto (10% rispetto alla ricchezza complessiva dell’economia) e di occupazione (10,3% rispetto agli addetti complessivi) con forte crescita rispetto all’anno precedente (+7,3% e +7,5%). Una grande inclinazione dell’area metropolitana verso le attività ad alta intensità estetica, soprattutto nel terziario avanzato e con un chiaro effetto moltiplicativo di trascinamento del resto dell’economia più tradizionale, avendo il turismo come primo beneficiario di questo volano.
La fascia generazionale dei giovani dai 25 ai 34 anni sono gli occupati più rappresentati nel sistema produttivo culturale e in particolare sono schierate in questi comparti (cinema, editoria, musica, arti performative, musei, biblioteche, ecc.) le persone a maggiore scolarità ed educazione. Una conferma di un metodo di lavoro impostato con determinazione alcuni anni fa (con le giunte Albertini, Moratti, Pisapia e ora Sala), che ha scommesso sul traino della cultura nei confronti del patrimonio cognitivo dei milanesi e che ha avuto la scossa più profonda con Expo 2015 e la ricaduta positiva
pensionato di 77 anni e viaggio quotidianamente in auto per Milano. Ebbene, il limite di velocità di 50 km. orari è largamente disatteso dalla maggior parte dei veicoli, privati e non. Se i vigili urbani (pressoché) scomparsi dalle strade, non prendono severi provvedimenti, tanto vale portare il limite consentito a
70 km all’ora.
Truffa in auto dell’esposizione sul territorio, grazie ad investimenti urbanistici e ad una offerta di eventi artistici sempre di maggiore qualità. Rimane però un dilemma nell’osservare la recente dinamica della nostra città. Se proprio siamo convinti che l’offerta culturale di qualità sia in prospettiva così benefica per la crescita e la coesione sociale della città e dei suoi abitanti, perché nelle nuove aree che così tanto hanno cambiato l’urbanizzazione, il verde e il panorama architettonico di Milano (Garibaldi-Repubblica, Citylife, l’Isola, Santa Giulia, Porta Vittoria) non troviamo occasioni di importante fruizione culturale? Perché, al di là di alcune lodevoli eccezioni, tutte però legate al privato (una per tutte la Fondazione Prada), i nuovi quartieri non sono riusciti a portare a termine progetti rilevanti di riqualificazione culturale?
Caro Salvemini, la cultura è un traino potente e Milano beneficia del buon lavoro svolto in questi anni anche dagli assessori alla Cultura e da chi ha guidato due istituzioni, come Triennale e Museo della scienza e della tecnologia. Ma nei quartieri della «primavera» milanese, è vero, gli spazi per la cultura latitano: niente Museo d’arte contemporanea, niente Biblioteca europea, ridimensionato il Pavilion. Dobbiamo cominciare a preoccuparci?
Limiti di velocità ignorati
È una (nuova) forma di truffa? Sono sulla corsia sinistra di una strada milanese a doppia carreggiata; mentre passo di fianco a una vettura (mal
conservata) sento un tocco metallico; guardo lo specchietto destro e non vedo niente. Dopo qualche chilometro vedo che mi segue la vettura di prima, con guida nervosa. Quando parcheggio mi si accosta e il guidatore dice: «Ma non ha sentito un rumore metallico?». Scendo e mi mostra un segno sulla mia
carrozzeria. Poi mi mostra lo specchietto sinistro della sua auto, che balla: mi dice che sarà un danno di 200 euro. Gli dico che un’avventura del genere mi è già capitata e che si può fare la constatazione amichevole, al che dice che mi richiamerà. Nessuna telefonata. Stiamo attenti.
Graffi e specchietti