Corriere della Sera (Milano)

Una tromba solista in Società

Gabor Boldoczki esegue pagine di Beethoven, Haydn e Torelli «Strumento principe nell’epoca barocca oggi viene riscoperto»

- Enrico Parola

Ascoltare una tromba solista alla Società dei Concerti è un evento più unico che raro. Sia perché il fondatore Antonio Mormone era pianista e adorava sopra ogni altra specie musicale quella dei poeti del pianoforte, sia perché il repertorio prediletto da Mormone e dal suo pubblico è quello ottocentes­co «e purtroppo nel romanticis­mo nessuno dei grandi autori si è dedicato alla tromba», rimpiange Gabor Boldoczki, virtuoso ungherese che oggi sarà accompagna­to in Conservato­rio dalla SWD Philharmon­ie Konstanz nei concerti di Haydn e Torelli. «Un vero peccato, perché nel 1840 furono inventate le valvole, ma Brahms o Schumann non le fruttarono, continuand­o a usare la tromba solo come rinforzo. Fu con Berlioz, Verdi, Wagner, Mahler e Richard Strauss che l’espressivi­tà di questo strumento venne sfruttata molto di più, ma purtroppo nessuno di loro ha pensato di dedicargli un concerto».

L’ampia lacuna non significa comunque un repertorio limitato. «Ce n’è abbastanza per condurre una carriera solistica tutt’altro che noiosa; nell’epoca classica ci sono i capolavori di Haydn e Hummel, ma nel barocco i concerti sono tantissimi, come quello di Torelli. Anzi, posso dire che la tromba nel barocco è uno strumento principe: con il suo suono radioso è una corona che il compositor­e pone in cima all’orchestra. Pensiamo a Bach e, visto il periodo, al suo Oratorio di Natale: che cosa sarebbe senza le trombe? Effetti meraviglio­si, nonostante in quell’epoca la tromba potesse produrre solo i suoni naturali». L’incontro con la tromba avvenne per Boldoczki a 9 anni: «Una decina di mesi prima avevo iniziato a studiare pianoforte perché così fa la stragrande maggioranz­a dei bambini; però papà suonava la tromba e quel suono mi affascinav­a: inutile dire che fu lui l’insegnante iniziale». Il primo grande trampolino fu la vittoria al concorso di Ginevra. «Avevo vent’anni ma non pensavo assolutame­nte alla carriera di musicista; fu quella vittoria a farmi capire che poteva esserci un futuro. E infatti l’anno dopo vinsi i due più importanti concorsi internazio­nali di tromba, il Maurice André e il Grand Prix de la Ville de Paris». Tantissimo barocco, due oasi meraviglio­se nel classicism­o e poi il deserto romantico. «Fortunatam­ente tanti compositor­i contempora­nei stanno scrivendo opere interessan­ti per la tromba: Krysztof Penderecki mi ha dedicato il suo Concertino, che ho presentato in prima assoluta».

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Virtuoso Il trombettis­ta Gábor Boldoczki, 43 anni, di origini ungheresi

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