Qualità di vita top tra i nodi sicurezza e periferie popolari «C’è molto da fare»
Milano prima in Italia per reati denunciati Sala e San Siro 2: non sono pazzo a dire no
Milano prima per qualità della vita. Il sindaco Beppe Sala incassa e ringrazia ma evita trionfalismi e retorica perché è ben consapevole di quanta strada c’è ancora da fare. A partire dalla questione della casa. «Bisogna dire la verità, abbiamo 28mila persone in attesa di un alloggio popolare. Non si possono sistemare tutti in quattro e quattr’otto. Chi lo dice è solo alla ricerca del consenso. Ma dire la verità è anche ricordare che quando dicevamo che avremo recuperato e restituito 3 mila alloggi sfitti, lunedì prossimo consegnerò l’alloggio numero 1.500 e quindi da qui alla fine del mandato manterremo la promessa. Capisco che chi ha un problema vive nel presente, ma bisogna dire la verità: ci vuole tempo».
Luci tante e ombre poche nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle città italiane. Anche se quell’ultimo posto — strappato a Roma — sulla sicurezza lascia un po’ di amaro in bocca. Ne approfitta l’assessore alla Sicurezza regionale, Riccardo De Corato. «In un solo anno Milano ha perso 16 posizioni: un dato sicuramente preoccupante. Per quanto riguarda l’indice di criminalità, ovvero il totale dei delitti denunciati, la città meneghina si trova quest’anno al 107/esimo ed ultimo posto nella classifica». Replica Sala: «C’è molto da fare ma qui i reati si denunciano e si crede ancora nelle istituzioni. Il tema della sicurezza mi richiama al mio dovere». È un sindaco a tutto campo quello che ieri si presenta nella sede del giornale di Confindustria. Parla del suo futuro. «Mi piace fare il sindaco». Un ruolo politico a Roma? «Mi sembra difficilotto». Allo stesso tempo avverte che la ricandidatura non sarà una passeggiata di salute: «Il mio consenso a Milano è buono, ma non è detto che mi porti a rivincere, perché quando soffia un certo tipo di vento, soffia fortissimo e non è facilissimo contrastarlo». Risponde a tutte le domande. Anche quelle sull’argomento più rovente per un sindaco che ospita due club che hanno fatto la storia del calcio, ossia il nuovo stadio di Milan e Inter. Alla vigilia del nuovo incontro tra il Comune e le squadre, Sala va giù piatto: «A me non sembra di essere un pazzo a dire che così non va bene». Lo spiega anche: «Noi milanesi siamo i proprietari di uno stadio che ha un valore di 100 milioni e che ci rende 10 milioni all’anno, 5 sulla manutenzione e 5 “cash”. Questa è una certezza. Quindi io passerei da 100 milioni più altri 10 milioni, a zero euro più zero».
Il resto è affidato a un post su Facebook. Fiero del risultato della città ma «consapevole» di quello che c’è ancora da fare. In pillole, sarà il programma in caso di ricandidatura. Equità sociale, ambiente e periferie. «C’è da lavorare affinché i benefici derivanti da questo momento di Milano si allarghino a più parte della cittadinanza: sto parlando di maggiore equità sociale e sono consapevole che ciò si intreccia con la differenza della qualità di vita fra centro e periferie». Il sindaco ha rivendicato il lavoro che l’amministrazione comunale sta facendo su tutti i quartieri della città «agendo nell’immediato e con una visione di lungo periodo che porterà a cambiare radicalmente le cose. Le periferie milanesi non sono abbandonate». Poi la questione ambientale e Sala ha annunciato che oggi ci sarà una commissione a Palazzo Marino di confronto «con i rappresentanti di chi ci chiede un impegno ancora maggiore sul tema ambientale». Ci saranno anche gli esponenti di Fridays for Future.