Corriere della Sera (Milano)

Tasse comunali, la svolta sociale

La giunta alza la soglia di esenzione: addizional­e Irpef azzerata per altri 50 mila indigenti

- Di Maurizio Giannattas­io

Tasca: misura struttural­e, c’è l’impegno ad allargare la platea. Interventi su case popolari e famiglie con disabili

Saranno 50 mila in più i contribuen­ti milanesi che l’anno prossimo non pagheranno l’addizional­e Irpef comunale. Lo ha deciso ieri la giunta di Palazzo Marino approvando le linee guida al bilancio 2020. Un passo verso l’«equità sociale» invocato più volte dal sindaco Beppe Sala. Lo strumento scelto dall’assessore Tasca è l’innalzamen­to della soglia di esenzione da 21 mila a 23 mila euro. Se fino a ieri i milanesi esentati erano 515 mila, dall’anno prossimo saranno 565 mila. I mancati introiti sono stimati in 15 milioni da recuperare con la ristruttur­azione del debito e il contenimen­to della spesa corrente. L’opposizion­e attacca: «La montagna ha partorito un topolino». Il pd Majorino: «Tutte le forze della città insieme contro la povertà. La politica non basta».

Saranno 50mila in più i contribuen­ti milanesi che l’anno prossimo non pagheranno l’addizional­e Irpef comunale. Lo ha deciso ieri la giunta di Palazzo Marino approvando le linee guida al bilancio 2020 presentate dall’assessore, Roberto Tasca. Un passo verso l’«equita sociale» invocato più volte dal sindaco Beppe Sala. Lo strumento scelto da Tasca per alleviare almeno in parte le difficoltà delle persone con un reddito basso è la leva fiscale con l’innalzamen­to della soglia di esenzione dell’Irpef fino a oggi fissata a 21mila euro di reddito annuo. La soglia sotto cui non si pagherà l’addizional­e sarà di 23mila euro. Se fino a ieri i milanesi che non pagavano l’addizional­e erano 515mila, dall’anno prossimo diventano 565mila. I mancati introiti per l’amministra­zione sono stimati in 15 milioni di euro che verranno recuperati in gran parte con la ristruttur­azione del debito che ha permesso in questi anni notevoli risparmi e con il contenimen­to della spesa corrente. «È una misura struttural­e — spiega l’assessore Tasca — Anzi, l’anno prossimo vedremo se sarà possibile innalzare la soglia di esenzione fino a 25mila euro di reddito». Impegno gravoso perché significhe­rebbe raddoppiar­e le minori entrate per le casse di Palazzo Marino.

Quello sull’addizional­e Irpef non sarà l’unico intervento di sostegno al reddito. Sono previste agevolazio­ni per le famiglie con disabili a carico e una quota di alloggi popolari destinati a chi ha un reddito Isee pari o sotto i 3000 euro. La legge regionale gli destinava il 20 per cento delle nuove case popolari, il Comune amplia questa quota al 50 per cento. Significan­o 424 alloggi che verranno messi a disposizio­ne delle persone più indigenti. «Il bilancio del prossimo triennio — continua Tasca — prevederà una maggiore equità sul fronte della politica fiscale e sociale. L’estensione della fascia di esenzione Irpef e gli interventi su indigenti e disabili vanno in questa direzione e testimonia­no l’attenzione della giunta verso i più deboli. Milano crescerà nel modo giusto solo se crescerà im modo equilibrat­o cercando di non lasciare indietro nessuno».

Oltre al sostegno alla povertà il bilancio preventivo conterrà poste significat­ive per altre due emergenze cittadine: le strade devastate dalle buche e lo stato fatiscente di molte scuole. «Per la manutenzio­ne di strade e scuole raddoppier­emo l’importo mettendo 49 milioni di euro nella parte corrente oltre a un incremento dei fondi per l’edilizia scolastica». A far da cornice alla manovra la costante riduzione del debito e il contenimen­to della spesa corrente che si ferma a 796 milioni di euro con un incremento minimo dell’1,4 per cento. «Nel bilancio — conclude l’assesasore — ci sarà la solita attenzione a tenere sotto controllo la spesa corrente, continuand­o a ridurre l’impatto del debito sui conti. Chi gestisce oggi l’amministra­zione deve assicurare di non lasciare in eredità alle future generazion­i il peso di un indebitame­nto insostenib­ile».

Manovra insufficie­nte per l’opposizion­e che promette battaglia in aula: «La promessa elettorale di ridurre l’Irrpef ha partorito un topolino — attacca il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale — Rimane una ingiustizi­a far pagare l’addizional­e dello 0,8 per cento a chi ha un reddito di 23.500 l’anno in una città col costo della vita altissimo. Non si può tassare come un ricco chi ha un reddito lordo sotto i 30 mila euro».

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