«Bel segnale dalla giunta Ora un patto con le imprese»
Pierfrancesco Majorino, lei per anni è stato assessore al Welfare adesso come eurodeputato è stato tra i promotori del gruppo parlamentare per la lotta alla povertà. Ritiene sufficienti gli interventi della sua ex giunta per il sostegno al reddito?
«Mi pare un gran bel segnale. La giunta è stata coerente con quello che il sindaco Sala ha sostenuto in questi ultimi mesi. Ovviamente di per se non è sufficiente per sconfiggere la povertà».
Cosa serve?
«Siamo tra i comuni che più hanno investito nella lotta al bisogno passando dai 18 milioni del 2011 a oltre 50 di adesso, ma è chiaro che da solo il Comune non ce la può fare. Bisogna essere consapevoli che il decennio che verrà deve essere contrassegnato dalla lotta alla povertà che non può essere demandata all’assessore al Welfare di turno o al prete illuminato. È necessario chiamare a raccolta tutte le energie della città, a partire dal mondo delle imprese. Avrei un suggerimento anche per il governo».
Quale?
«Se fossi in Conte sposterei a Milano il ministero del Welfare. Qui c’è il meglio in termini di esperienze e competenze».
Povertà significa anche non riuscire a trovare una casa dove vivere perché i costi sono alle stelle...
«Quello della casa è un problema enorme che riguarda l’area metropolitana milanese e non solo la città. Pensiamo ai grandi comuni come Sesto e Cinisello. Le case costano troppo e su questo terreno non è sufficiente l’azione degli enti locali. Servono risorse nazionali. Questo governo ha cominciato a metterci un miliardo. Positivo, ma solo se è la premessa di un nuovo piano casa a livello nazionale. Non è possibile che quando si parla di casa venga in mente solo il piano casa di Fanfani. Significa che per 56 anni non è stato fatto niente».
In questi giorni si parla di rivedere il reddito di cittadinanza. È d’accordo?
«Sì. Non è una questione di bandierine, ma il governo deve mettersi intorno a un tavolo con gli enti locali e il terzo settore per rivedere uno strumento che non ti permette di raggiungere una vera autonomia. Dal 13 inizierò una serie di incontri sia con i beneficiari del reddito sia con gli operatori sociali per poter proporre delle modifiche».