In ufficio col bebè
La dirigente del Comune nel Lodigiano con il bimbo di 5 mesi: è un regalo meraviglioso Il micronido e il «sindaco-nurse»
MASSALENGO (LODI) Lorenzo Gabriele arriva in passeggino alle 9 e se ne va alle 17. Dorme mentre la mamma firma delibere, gioca con i pelouches e la osserva incuriosito ricevere telefonate o inviare email. Il Comune di Massalengo da un mese ha una mascotte particolare, un bimbo di cinque mesi che tutti i giorni accompagna al lavoro la mamma dirigente Marianna Sommariva. Merito del sindaco del paese, Severino Serafini, che le ha concesso di portarsi il figlio in ufficio rientrando così in anticipo dalla maternità.
È una storia in «rosa» quella che accade a pochi chilometri da Lodi: Massalengo è un paese di 4.500 anime e con un municipio da 12 dipendenti. Tutto funziona alla perfezione, ogni settore è coperto e c’è anche la polizia locale ma in tempi di ristrettezze non ci si può permettere assenze prolungate. Marianna Sommariva, santangiolina di 35 anni, è arrivata in Comune un anno e mezzo fa dopo aver vinto un concorso pubblico e con un’esperienza decennale negli enti locali. A Massalengo si occupa di segreteria, istruzione e servizi sociali. Pochi mesi dopo il suo arrivo però è entrata in gravidanza, la sua seconda (ha già una bimba di cinque anni), e ha ottenuto la maternità. Il 18 luglio è nato il secondogenito, Lorenzo Gabriele. A novembre Marianna Sommariva avrebbe voluto allungare l’aspettativa ma il sindaco, già alle prese con il pensionamento del segretario comunale, le ha chiesto di tornare in anticipo consentendole di portare in ufficio tutti i giorni Lorenzo Gabriele.
«Mi ha chiamato il segretario comunale Gabriele Maggiori
e mi ha offerto di risolvere il problema dell’allattamento ospitando il mio bimbo in ufficio: ho detto subito sì», racconta lei al settimo cielo. Non solo, l’hanno pure promossa estendendole la responsabilità anche ai servizi demografici e le hanno organizzato uno spazio personalizzato: accanto alla scrivania tra faldoni e delibere Lorenzo Gabriele ha trovato un asilo nido privato in miniatura con tanto di «ovetto», fasciatoio, sdraio, giochi, pelouches. E quando la genitrice-funzionaria è in riunione, a turno gli undici colleghi si occupano di lui. «È un bimbo assolutamente tranquillo», assicura il sindaco. Anche a lui ogni tanto tocca il ruolo di nurse. Come
quando ha firmato il via libera alla tangenziale di Motta Vigana, opera attesa da vent’anni. Una mano sulla penna, l’altra reggeva Lorenzo Gabriele, testimone inconsapevole di un atto storico per il piccolo centro lodigiano. Mamma Marianna ringrazia i colleghi: «Il Comune mi ha fatto un regalo meraviglioso». E la vita di ufficio tra una pratica e l’allattamento? «Nessuna difficoltà, riesco a fare tutto tranne ricevere il pubblico, ma per questo mi aiuta una collega». Il figlioletto le resterà accanto almeno altri tre mesi, tempo di concludere l’allattamento. Poi andrà al nido. Una situazione rara in tempi in cui sul posto di lavoro la vita per le madri spesso è un inferno.
Oltre diecimila neo mamme all’anno in Lombardia, secondo i dati dell’Ispettorato del lavoro, si dimettono dall’impiego entro il primo anno di vita del figlio. Prevalentemente
per incompatibilità fra la professione e il complicato mestiere di madre, ma a questo si aggiungono discriminazioni, mobbing, retribuzioni insoddisfacenti.
Il «caso Massalengo» è una mosca bianca, «ma sulla conciliazione vita-lavoro sono le amministrazioni pubbliche a dover dare il buon esempio», riconosce Sommariva, la quale stravede per i figli, ma ama anche la vita amministrativa. E sogna una carriera da segretario comunale: «Quest’anno per la gravidanza ho saltato il concorso, ma al prossimo giro ci sarò senz’altro». E Lorenzo Gabriele? «Prima o poi farà il sindaco — assicura sorridendo lei —, non l’ho mai visto a suo agio come in Comune».
La proposta
Mi è stato chiesto un rientro anticipato dalla maternità e per l’allattamento di portare Lorenzo Gabriele al lavoro: ho detto subito sì
Operatività
Nessuna difficoltà, faccio tutto tranne ricevere il pubblico: per questo mi aiuta un collega. E gli altri mi tengono il piccolo quando sono in riunione