Corriere della Sera (Milano)

La commessa precaria: così ho disarmato il bandito con le parole

Commessa precaria, l’ha affrontato. Lui ha desistito

- di Giovanna Maria Fagnani

«Anch’io ho bisogno di soldi, ma non mi comporto così». Forse sono state queste parole così sincere a convincere il bandito a desistere. Raffaella Salemi, 45 anni, commessa, ha sventato una rapina al supermerca­to Picard, dove lavora in questo periodo. E ci è riuscita dialogando con il malvivente.

«Anche io ho bisogno di soldi, ma non mi metto a fare queste cose». Chissà, forse sono state queste parole così sincere a convincerl­o a desistere. O forse il suo tono, fermo, ma privo di giudizi.

Fatto sta che Raffaella Salemi, 45 anni, commessa milanese, giovedì scorso ha sventato una rapina al supermerca­to Picard, dove lavora in questo periodo. E ci è riuscita parlando con il malvivente. A ripensarci, le tremano le gambe, ma in quegli istanti le sue parole sono state decisive.

È cominciato tutto poco dopo le 19, un’ora prima della chiusura del supermerca­to. Raffaella, assunta da un’agenzia interinale, era sola nella filiale di via Farini. «È la prima volta che faccio questo lavoro, per dodici anni la mia attività è stata fare la cuoca», racconta Raffaella, in passato titolare, a Milano, del ristorante «Bio e Te» e di una gastronomi­a.

Quando nel supermerca­to entra un uomo sulla quarantina, italiano e corpulento, con una sciarpa che gli copre il volto, lei lo saluta. La sciarpa cade, ma lui non fa una piega. «Si è appoggiato al bancone e mi ha detto: “Ascolta, mi devi dare tutti i soldi della cassa’». Raffaella pensa a uno scherzo, ma lui non ha nessuna intenzione di desistere e insiste. «Muoviti — aggiunge l’uomo — prima che entri qualcuno». Minacce che lei non prende sul serio. «Per arrotondar­e — racconta ora — io lavoro anche in un bar e ci capitano i clienti che fanno di tutto per attaccar bottone . Inoltre, lui non era aggressivo, non diceva parolacce». A quel punto, però, il rapinatore si stizzisce: «Se non apri la cassa ti aspetto fuori, ti metto le mani addosso, guarda che ho una pistola». E lei, imperterri­ta, ribatte: «Allora fammela vedere». Poi, comincia a parlargli: «Gli ho detto di andarsene, che non potevo aprire la cassa e che con le sue pretese avrebbe messo nei guai anche me e io ho bisogno di questo lavoro perché sono separata e ho due figli. Gli ho detto di non fare cavolate, gli ho ripetuto: che senso ha andare in giro a minacciare la gente?». «Ho bisogno di soldi», mormora il malvivente. Lei ribatte: «Anch’io, ma

In famiglia Mio fratello ha detto che sono stata pazza, ma coraggiosa Quando l’uomo è uscito sono scoppiata a piangere

non faccio queste cose».

È l’ultimo scambio di battute, perché all’arrivo di un’altra cliente, l’uomo desiste, si dilegua. Solo in quel momento Raffaella scoppia a piangere, lasciando defluire la tensione e forse solo allora rendendosi conto del rischio corso. La polizia arriva dopo pochi istanti e, visionando i filmati, scopre che tutto si è svolto in tre minuti. A lei sono sembrati una vita. «Quando l’ho raccontato a mio fratello, che è un vigile del fuoco, mi ha detto che sono stata pazza, ma coraggiosa. In quel momento ha prevalso il mio senso del dovere. Ma nei giorni seguenti, ogni volta che entrava un cliente con la sciarpa, sussultavo».

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(Passaro) Al supermerca­to Raffaella Salemi, 45 anni, davanti al punto vendita Picard di via Farini preso di mira da un rapinatore
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