Corriere della Sera (Milano)

«Offese Falcone» Scontro sul palco per il neomelodic­o

Nipote di un boss, show nel teatro comunale

- Di Cesare Giuzzi

A zio Turi ha dedicato una delle sue ultime esibizioni in un centro commercial­e di Fisciano, in provincia di Palermo. Dedica allo zio e a tutti i detenuti al «41 bis». Perché Vincenzo «Niko» Pandetta, cantante neomelodic­o di origini catanesi, è il nipote di uno dei più importanti boss della mafia siciliana e detenuto a L’Aquila in regime di carcere duro, Salvatore Cappello, detto appunto «Turi». E per la verità, nonostante una lunga lettera su Facebook nella quale spiegava d’essere stato frainteso, quella del cantante Niko Pandetta — alle spalle una condanna per spaccio — non è stata una semplice gaffe. Basti pensare che a giugno aveva dedicato queste parole ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: «Hanno fatto queste scelte di vita, le sanno le conseguenz­e. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro». Per carità, agli artisti sono concesse molte stravaganz­e, ma quella di Niko Pandetta verso la giustizia e la legalità è una visione oltre ogni licenza poetica.

Lui, cantante siciliano votato al genere napoletano, fa parte di tutta una schiera di «cantautori» che da qualche anno ha invaso locali, bar e ristoranti dell’hinterland milanese con un seguito sorprenden­te. Tanto che l’organizzaz­ione «Concerti neomelodic­i Milano» ha programmat­o per il prossimo 7 marzo l’esibizione di Niko Pandetta e del «collega» Gianluca Di Palma al Teatro Fiera di Abbiategra­sso. Un evento fortemente pubblicizz­ato nelle ultime settimane sui social e che dovrebbe tenersi in una struttura di proprietà comunale. Così come un altro concerto, previsto per il 7 novembre 2020, quello di «Andrea Zeta» al secolo Filippo Zuccaro, coinvolto in un’inchiesta antimafia a Catania e figlio del boss Maurizio Zuccaro. Una circostanz­a, emersa sulla stampa locale, e che sta scatenando polemiche sfociate anche in insulti ai cittadini indignati per lo spazio offerto ai cantati e alcuni personaggi legati agli organizzat­ori: «Ti spacco tutti i denti» e «Muoviti a denunciare perché potresti non avere abbastanza tempo». Perché in questa storia c’è un altro aspetto inquietant­e. I concerti sono organizzat­i dai gestori del «Pub Las Vegas» di via Legnano ad Abbiategra­sso. Un locale storicamen­te gestito dalla famiglia siciliana Errante Parrino che fa capo all’(ex) boss Paolo Aurelio, 73 anni, originario di Castelvetr­ano (Trapani) e coinvolto in passato in inchieste antimafia: associazio­ne mafiosa, traffico di droga, armi, possesso di materiali esplodenti, oltraggio violenza e resistenza. Tanto da essere stato sottoposto a sorveglian­za speciale e obbligo di soggiorno. Oggi però a suo carico non ci sono provvedime­nti.

Gli uffici comunali hanno ricevuto l’altroi ieri la richiesta per la concession­e del teatro. Il sindaco Cesare Nai ora dovrà verificare se sussistono le condizioni: «Hanno pubblicizz­ato l’evento ancora prima di avanzare richiesta formale». Intanto in molti protestano, dalla Carovana antimafia fino ai presidenti delle commission­i antimafia David Gentili e Monica Forte.

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Da Catania Vincenzo «Niko» Pandetta
 ??  ?? Cantante Niko Pandetta, catanese, condannato per spaccio
Cantante Niko Pandetta, catanese, condannato per spaccio
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La locandina Il concerto del 7 marzo

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