I CESTINI RICICLATI DAI CHEWING GUM E LE GOMME «BIO» IN LATTICE MESSICANO
Per rilassarci, rinfrescare l’alito o nella speranza di «pulire» i denti, a tutti capita di mettere in bocca una gomma da masticare. Qualcuno poi, una volta stanco, le getta per terra, dove si appiccicano, ed eliminarle non è affatto semplice. Le gomme, nella maggior parte dei casi, sono prodotte con polimeri derivati dal petrolio, non sono biodegradabili e la loro degradazione richiede anni. La designer inglese Anna Bullus ha fondato Gumdrop, impresa che trasforma questi piccoli rifiuti in un materiale plastico riutilizzabile con cui produrre, fra l’altro, cestini per la raccolta delle stesse gomme. Questi contenitori, partiti dalla Gran Bretagna, sono arrivati anche al centro commerciale Carosello, a Carugate, e al Fiordaliso, a Rozzano. I cestini verranno ritirati una volta pieni e saranno fusi assieme al contenuto, per produrre un materiale che, miscelato ad altra plastica, può essere usato per realizzare diversi oggetti. Ad ogni modo, le gomme, vanno smaltite in modo corretto, nell’indifferenziata e non nell’umido, oppure possiamo scegliere cicche prodotte con il lattice estratto dagli alberi della foresta di Peten in Messico. Queste si trovano nei negozi di alimentazione biologica e nel circuito del commercio equo, con il marchio Chicza, che deriva da chicozapote, il nome dell’albero da cui si estrae il lattice. Il sapore non è intenso come le più diffuse gomme dall’effetto «esplosivo», però sono certificate, contengono solo aromi naturali, sono solubili e biodegradabili, con un ridotto impatto ambientale, oltre a contribuire a sostenere le cooperative di chicleros che estraggono la gomma e preservano il verde.
Il circolo Le cicche ci mettono degli anni a degradare Riutilizzarle è diventato necessario