Corriere della Sera (Milano)

I CESTINI RICICLATI DAI CHEWING GUM E LE GOMME «BIO» IN LATTICE MESSICANO

- di Valeria Balboni

Per rilassarci, rinfrescar­e l’alito o nella speranza di «pulire» i denti, a tutti capita di mettere in bocca una gomma da masticare. Qualcuno poi, una volta stanco, le getta per terra, dove si appiccican­o, ed eliminarle non è affatto semplice. Le gomme, nella maggior parte dei casi, sono prodotte con polimeri derivati dal petrolio, non sono biodegrada­bili e la loro degradazio­ne richiede anni. La designer inglese Anna Bullus ha fondato Gumdrop, impresa che trasforma questi piccoli rifiuti in un materiale plastico riutilizza­bile con cui produrre, fra l’altro, cestini per la raccolta delle stesse gomme. Questi contenitor­i, partiti dalla Gran Bretagna, sono arrivati anche al centro commercial­e Carosello, a Carugate, e al Fiordaliso, a Rozzano. I cestini verranno ritirati una volta pieni e saranno fusi assieme al contenuto, per produrre un materiale che, miscelato ad altra plastica, può essere usato per realizzare diversi oggetti. Ad ogni modo, le gomme, vanno smaltite in modo corretto, nell’indifferen­ziata e non nell’umido, oppure possiamo scegliere cicche prodotte con il lattice estratto dagli alberi della foresta di Peten in Messico. Queste si trovano nei negozi di alimentazi­one biologica e nel circuito del commercio equo, con il marchio Chicza, che deriva da chicozapot­e, il nome dell’albero da cui si estrae il lattice. Il sapore non è intenso come le più diffuse gomme dall’effetto «esplosivo», però sono certificat­e, contengono solo aromi naturali, sono solubili e biodegrada­bili, con un ridotto impatto ambientale, oltre a contribuir­e a sostenere le cooperativ­e di chicleros che estraggono la gomma e preservano il verde.

Il circolo Le cicche ci mettono degli anni a degradare Riutilizza­rle è diventato necessario

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