Auto incendiate Firma anarchica sul blitz anti-vigili
La rivendicazione: «Risposta agli sgomberi»
La «firma» arriva sette giorni dopo il rogo alla scuola del corpo della Polizia locale in via Boeri, zona Cermenate. La rivendicazione comparsa ieri su alcuni siti antagonisti certifica il movente («Un attacco al potere») e l’area politica: i gruppi anarchici. «Una risposta allo sgombero di Casa Brancaleone».
La «firma» arriva sette giorni dopo l’attacco. Una «firma» politica. Che apre uno scenario investigativo molto ben definito dietro il rogo divampato nel cuore della notte di giovedì 23 gennaio alla scuola del corpo della Polizia locale di via Boeri, in zona Cermenate. Intorno alle 4, in un’area scura e non coperta da telecamere, tra via Bazzi e il parco di via Aicardo, andarono in fiamme un furgone con le insegne dei vigili e una Fiat «Punto», usati normalmente dagli agenti per servizio. La certezza che l’incendio fosse doloso la diedero i vigili del fuoco poche ore dopo aver spento le fiamme. La rivendicazione comparsa ieri su alcuni siti antagonisti certifica invece il movente («Un attacco al potere») e l’area nella quale è stato concepito il blitz: i gruppi che hanno chiuso il loro «comunicato» incitando alla «rivolta e l’anarchia». Il giorno prima dell’incendio era scattato lo sgombero di «Casa Brancaleone», il centro anarchico di via Alfieri, alla Bovisa (poi «prolungato» nelle notti seguenti con alcuni appartenenti a quel gruppo barricati sul tetto). E proprio in una di quelle notti sono stati bruciati i mezzi dei vigili. La rivendicazione non fa alcun cenno allo sgombero della Bovisa, ma viene considerata attendibile dagli investigatori della Digos e ora l’inchiesta della Locale verrà seguita con attenzione dall’antiterrorismo in Procura.
«Da anni ormai i “localini” — dicono gli anarchici — hanno quasi gli stessi poteri delle altre forze repressive, pattugliando il territorio ed eseguendo indagini ed arresti. Per questo... abbiamo dato fuoco ai mezzi». La sfida è diretta: «Forze armate e tutori dell’ordine non sono obiettivi simbolici, ma artefici concreti e quotidiani di un sistema mortifero fondato sullo sfruttamento e sullo sterminio sistematico degli ultimi. Il loro zelante esercizio dell’autorità consiste nell’imporre agli individui il rispetto delle leggi volute dai potenti. Questa abietta scelta non può rimanere senza conseguenze e turbare la loro tranquillità è quello che bisogna fare». Come sempre, in tutte le azioni dei «neri», si fa riferimento «ai compagni anarchici e antiautoritari rinchiusi nelle galere in ogni parte del mondo. A loro va la nostra solidarietà, ma ancora di più il nostro sostegno attivo».
Contiene invece un richiamo diretto allo sgombero del «Brancaleone» un’altra rivendicazione diffusa ieri. «Milano 26 gennaio 2020, vandalismi a un distributore Eni e a una decina di auto di lusso ed Enjoy. Solidarietà con casa brancaleone e con tutte le persone sottoposte a misure repressive». Anche su questa «nota» gli investigatori hanno avviato immediatamente gli accertamenti, ma si parla di fatti poco definiti, eventualmente sparsi in zone diverse della città e sui quali, per il momento, non ci sono conferme. Dalle prime verifiche, al contrario, non sono stati trovati riscontri alle azioni descritte dal messaggio anonimo, circolato sulla stessa piattaforma nella quale è comparso il comunicato sull’incendio ai mezzi della Polizia locale. Saranno comunque fatti altri approfondimenti.