Sarpi news e youtuber: «Allarme che emargina anche i nostri bambini»
La rassegna stampa sembra ampia, ma il senso è sempre lo stesso. Il dramma del Coronavirus che sta facendo vittime in patria, ma anche i danni che le paure degli italiani stanno creando qui. La comunità straniera più numerosa di Milano si sente isolata. Jack Jiang, 26 anni, regista, anche youtouber, lavora insieme ad altri cinque ragazzi a Micromedia, un’agenzia di comunicazione molto ascoltata dai cinesi qui: «Ho appena girato un reportage sulla crisi dei ristoranti, cercando di spiegare le ansie di chi fa questo lavoro. Non hanno colpe e pagano una situazione che non possono gestire», racconta. Tra le varie attività della sua agenzia c’è quella di tradurre in cinese le notizie dei giornali italiani: «Capisco che se ne parli, ma i vostri titoli aumentano la psicosi. Noi stiamo cercando di tranquillizzare la nostra gente spiegando che davvero per ora non ci sono rischi. Cercando di smontare il luogo comune che il virus possa arrivare qui con il cibo», dice.
Ci sono poi i giornali online che hanno sede a Chinatown, come Huarenjie, che ha la redazione in via Niccolini. In homepage scorrono le news che partono da Wuhan e arrivano qui. Vengono elencati i test negativi dei casi emersi e poi smentiti dopo le analisi. E vengono raccontati gli appelli sempre più numerosi degli studenti cinesi in Italia che si mobilitano per raccogliere materiali da spedire a casa.
Le notizie poi rivivono nelle bacheche di We Chat. Si parte dall’emergenza in patria, si finisce sempre con la rabbia per il clima da caccia alle streghe. Si invita alla calma, a diffidare dalle bufale, a denunciare episodi di razzismo soprattutto nei confronti dei bambini. Perché fa rumore soprattutto la preoccupazione delle mamme cinesi, con i loro figli iscritti nelle scuole pubbliche della città. Che pubblicano la lettera di Ats in cui si spiega che i bambini cinesi sono sani. E che non c’è motivo di minacciare di stargli lontano.