La Fondazione Rava per Haiti
Viotti dirige alla Scala l‘Orchestra dell’Accademia
Ci sono concerti che fanno bene non solo a chi li ascolta ma a moltissimi altri, quelli che un concerto non sanno neanche che cosa sia. Perché la sorte li ha fatti nascere in luoghi dove l’emergenza fame, sete, malattie è la scandalosa norma quotidiana. Per esempio Haiti, isola poverissima, funestata da terremoti, uragani, guerre civili. A far da ponte con quel mondo lontano, troppo dimenticato, stavolta è la musica. Domani alla Scala si tiene un concerto straordinario per la Fondazione Rava, da 20 anni impegnata nell’aiuto ai bambini più svantaggiati, in particolare quelli di Haiti (piazza Scala, ore 20.30).
Un evento musicale per i giovani con i giovani. Al debutto, i freschi talenti della nuova Orchestra dell’Accademia scaligera diretti da Lorenzo Viotti, Maestro non ancora trentenne ma già considerato tra i nomi più promettenti della sua generazione, in queste settimane sul podio del Piermarini con «Roméo et Juliette» di Gounod. Di sicuro richiamo il programma che comprende il Concerto n.1 in re minore di Brahms per piano e orchestra, solista l’eccellente Andrea Lucchesini, e la Quinta di Sostakovic.
L’incasso della serata (prenotazioni +39 02 54122917 www.fondazionefrancescarava.org, eventi@nph-italia.org) andrà a favore dell’ospedale Saint Damien, unica struttura pediatrica di Haiti, che assiste 80mila bambini l’anno, realizzata e sostenuta dalla Fondazione Rava-Nph Italia. «Un ospedale», spiega Maria Vittoria Rava, «nato un mattone dopo l’altro grazie a serate come questa, dove medici italiani vanno a formare i medici locali e il personale è tutto del posto. Un luogo di speranza per un Paese dove ogni ora due bambini muoiono per malnutrizione e malattie curabili».
«Dirigere per persone così straordinarie è un onore», assicura Viotti. «Noi musicisti, che lavoriamo in teatri meravigliosi, curando ogni dettaglio per dare più emozioni a chi ascolta, siamo dei privilegiati. I bambini di Haiti, e molti altri anche in Italia, non hanno avuto le possibilità che ho avuto io e i bravissimi giovani dell’Accademia. Se insieme riusciremo a toccare qualche cuore in sala, la nostra fatica avrà un senso».
Il Maestro
«Se riusciremo a toccare qualche cuore in sala la nostra fatica avrà avuto un senso»