IL BICCHIERE MEZZO VUOTO CHE MILANO POTREBBE RIEMPIRE
Domenica a piedi, devo uscire ma non posso usare la macchina. Non trovo nemmeno un taxi. A questo punto prendo il tram che passa vicino a casa: il mezzo è pieno di giovani con sciarpe rossonere e cellulari, papà con figli rossoneri, tutti pronti per lo stadio. Non trovo un posto a sedere e noi, traballanti vecchi ottantenni, rimaniamo in piedi. Poi, una brusca frenata e non cado per miracolo. Sbotto contro i giovani maleducati, ma loro hanno le cuffie nelle orecchie e non sentono nulla, oppure sono troppo impegnati a far finta di niente. Vi auguro di cuore di diventare vecchi!
P.S. Suggerisco ad Atm di mettere cartelli che ricordino: «Rispetto per gli anziani»
Caro Schiavi,
Vedo che anche qualche altro milanese si pone il problema del «modello Milano».
Io non ho mai capito se sia ( fosse) un’alchimia di alleanze politiche o un modo essere della città. Mi pare che il sindaco Beppe Sala sia alquanto cieco: io vedo una città sempre più sporca e sciatta. Io vedo gli ex salotti di Milano assediati da senzatetto, quelli che una volta si chiamavano «barboni», io vedo lo scandalo estetico di via Borgogna, al centro del distretto del design, un parcheggio selvaggio delimitato da orribili jersey di cemento; io vedo il passaggio di via Osti, pochi suggestivi metri dell’antica Milano, imbrattato da un lato da cacca di uccelli, dall’altro dai graffiti; io vedo il problema dei graffiti irrisolto da più di 20 anni in tutta la città; io vedo che il Comune non si preoccupa ora del problema futuro dell’abbandono dei negozi ( basta fare un giretto in via Mazzini per rendersi conto del futuro desolante panorama).
A me piacerebbe che Lei che può invitasse a una passeggiata per la città, non il sindaco o gli assessori che non sono altro che figure di rappresentanza, ma un dirigente apicale di una delle strutture burocratiche. Se mi posso unire offro il caffè a tutti, così potrei domandare com’é che non si riesce a fare meglio. So che Lei
vede sempre il bicchiere mezzo pieno, però...
Caro Weilbacher, non vedo la Milano che vede lei, che va dal disastroso al catastrofico. Non la vedono nemmeno altri osservatori, nazionali e internazionali: Milano è una città con una straordinaria e contagiosa vitalità che fortunatamente pensa positivo, guarda avanti e offre ancora (per fortuna) idee e opportunità. Potrebbe andar meglio, certamente: lo scrivono altri cittadini come lei, preoccupati (lo sono anche io) per l’eccessiva deregulation immobiliare, i prezzi in aumento e il ritardo nel riequilibrio fra centro e periferia. C’è una caduta di tensione su alcune questioni, è vero, dalla politica ondeggiante sull’ambiente (il sindaco che critica i Verdi e poi improvvisa una stramba domenica antismog) al conflitto tra Comune e Regione (è già campagna elettorale per il 2021). Milano è attrattiva, ma un po’ distratta sui problemi spiccioli (servirebbe una campagna di incivilimento e di buona educazione). Detto questo, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno: ho fiducia nella capacità di Milano di trovare il giusto equilibrio. Facciamolo questo giro nelle zone da lei indicate, può essere un test. Il caffè lo offro io.