Corriere della Sera (Milano)

IL BICCHIERE MEZZO VUOTO CHE MILANO POTREBBE RIEMPIRE

- Viaggi in tram Giorgia Fabio Weilbacher gschiavi@rcs.it

Domenica a piedi, devo uscire ma non posso usare la macchina. Non trovo nemmeno un taxi. A questo punto prendo il tram che passa vicino a casa: il mezzo è pieno di giovani con sciarpe rossonere e cellulari, papà con figli rossoneri, tutti pronti per lo stadio. Non trovo un posto a sedere e noi, traballant­i vecchi ottantenni, rimaniamo in piedi. Poi, una brusca frenata e non cado per miracolo. Sbotto contro i giovani maleducati, ma loro hanno le cuffie nelle orecchie e non sentono nulla, oppure sono troppo impegnati a far finta di niente. Vi auguro di cuore di diventare vecchi!

P.S. Suggerisco ad Atm di mettere cartelli che ricordino: «Rispetto per gli anziani»

Caro Schiavi,

Vedo che anche qualche altro milanese si pone il problema del «modello Milano».

Io non ho mai capito se sia ( fosse) un’alchimia di alleanze politiche o un modo essere della città. Mi pare che il sindaco Beppe Sala sia alquanto cieco: io vedo una città sempre più sporca e sciatta. Io vedo gli ex salotti di Milano assediati da senzatetto, quelli che una volta si chiamavano «barboni», io vedo lo scandalo estetico di via Borgogna, al centro del distretto del design, un parcheggio selvaggio delimitato da orribili jersey di cemento; io vedo il passaggio di via Osti, pochi suggestivi metri dell’antica Milano, imbrattato da un lato da cacca di uccelli, dall’altro dai graffiti; io vedo il problema dei graffiti irrisolto da più di 20 anni in tutta la città; io vedo che il Comune non si preoccupa ora del problema futuro dell’abbandono dei negozi ( basta fare un giretto in via Mazzini per rendersi conto del futuro desolante panorama).

A me piacerebbe che Lei che può invitasse a una passeggiat­a per la città, non il sindaco o gli assessori che non sono altro che figure di rappresent­anza, ma un dirigente apicale di una delle strutture burocratic­he. Se mi posso unire offro il caffè a tutti, così potrei domandare com’é che non si riesce a fare meglio. So che Lei

vede sempre il bicchiere mezzo pieno, però...

Caro Weilbacher, non vedo la Milano che vede lei, che va dal disastroso al catastrofi­co. Non la vedono nemmeno altri osservator­i, nazionali e internazio­nali: Milano è una città con una straordina­ria e contagiosa vitalità che fortunatam­ente pensa positivo, guarda avanti e offre ancora (per fortuna) idee e opportunit­à. Potrebbe andar meglio, certamente: lo scrivono altri cittadini come lei, preoccupat­i (lo sono anche io) per l’eccessiva deregulati­on immobiliar­e, i prezzi in aumento e il ritardo nel riequilibr­io fra centro e periferia. C’è una caduta di tensione su alcune questioni, è vero, dalla politica ondeggiant­e sull’ambiente (il sindaco che critica i Verdi e poi improvvisa una stramba domenica antismog) al conflitto tra Comune e Regione (è già campagna elettorale per il 2021). Milano è attrattiva, ma un po’ distratta sui problemi spiccioli (servirebbe una campagna di incivilime­nto e di buona educazione). Detto questo, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno: ho fiducia nella capacità di Milano di trovare il giusto equilibrio. Facciamolo questo giro nelle zone da lei indicate, può essere un test. Il caffè lo offro io.

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