La vita primitiva dei libri
un testo appartenuto a Luigi XV, un altro al potente JeanBaptiste Colbert (ministro francese del XVII secolo), una sfilata di libri con le iniziali riccamente decorate, pagine con meravigliose xilografie, e perfino alfabeti non latini.
Sono centoventi gli incunaboli (veloce ripasso: sono i progenitori dei libri, stampati nei primi cinquanta anni di vita dell’arte tipografica, a partire quindi da metà Quattrocento) esposti nella mostra «Biblioteche riscoperte. Ab artis inventae origine: storie di libri, di persone e di biblioteche milanesi tra le edizioni quattrocentesche della Braidense», alla Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense (fino al 28 marzo).
Mostra per studiosi e ricercatori? Affatto. È proprio il grande pubblico, che solitamente non ha accesso a questo patrimonio, il destinatario. La Braidense ha la più grande collezione di edizioni quattrocentesche a livello nazionale, duemilatrecento volumi: il fondo è stato catalogato e digitalizzato (è online per gli studiosi di tutto il mondo) grazie alla collaborazione con il Creleb, Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca, dell’Università Cattolica di Milano, e a un finanziamento di Regione Lombardia. Un importante censimento durato tre anni. L’esposizione degli incunaboli — sono stati scelti i più curiosi e più rari — rappresenta il momento di chiusura del lungo lavoro e al tempo stesso di apertura all’esterno. «Questi libri vanno mostrati, svelati, è cultura, è un atto di civiltà», dichiara Edoardo Barbieri, direttore Creleb. Che sottolinea pronto: «Non bisogna lasciarsi intimorire dal periodo storico così lontano: è un’immersione piacevole che può affrontare chiunque».
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni. Le illustra il curatore Fabrizio Fossati. «La prima parte ha una funzione introduttiva, aiuta il visitatore a mettere a fuoco la nascita del processo di stampa e i suoi elementi di novità», spiega. «Nella seconda sono raccolti i pezzi più antichi e importanti, e infine nell’ultima, la più ampia, viene ricostruita la storia dei singoli volumi ed emerge così anche il racconto delle biblioteche, soprattutto di quelle milanesi e lombarde, degli ordini monastici soppressi dagli Austriaci e da Napoleone».
Pannelli descrittivi aiutano a orientarsi tra le edizioni esposte e facilitano chi si avvicina ai libri quattrocenteschi per la prima volta.