Corriere della Sera (Milano)

«Un sobbalzo e il treno si è spezzato»

I due macchinist­i dilaniati tra le lamiere della motrice, miracolosa­mente illeso un viaggiator­e che si trovava sulla prima carrozza Il viaggio del terrore raccontato dai testimoni. Scambio sotto accusa: «Ma l’allarme Fs non ha segnalato nulla»

- di Cesare Giuzzi e Andrea Galli

Uno scambio lasciato aperto. Il punto d’origine dell’incidente alle 5.35 di ieri coincide con la base dell’inchiesta sul deragliame­nto del Frecciaros­sa. Dopo lo scambio, il treno ha registrato un tremendo sobbalzo, poi ha iniziato a saltare dal binario, infine si è «spezzato». La prima carrozza si è sganciata dalle altre e ha travolto tutto quello che aveva davanti. I macchinist­i Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù sono morti dilaniati. Sul treno c’erano altri 28 passeggeri più due addetti al vagone bar e un inservient­e alle pulizie. Miracolosa­mente illeso un viaggiator­e che si trovava nella prima carrozza.

Uno scambio lasciato aperto. Il punto d’origine dell’incidente alle 5.35 di ieri coincide con la base dell’inchiesta sul deragliame­nto del Frecciaros­sa. Il punto è preciso, ed è il «chilometro 166+771», all’altezza di Ospedalett­o Lodigiano: siamo a trecentoci­nquanta metri di distanza dalla zona d’impatto del treno uscito dalla stazione Centrale alle 5.10 e diretto a Salerno.

I 280 chilometri orari

La motrice del Frecciaros­sa Etr 1000 viaggiava a 280 chilometri orari. Dopo lo scambio, il convoglio ha registrato un tremendo sobbalzo, poi ha iniziato a saltare dal binario, infine si è «spezzato». La prima carrozza si è sganciata dalle altre e ha travolto tutto quello che aveva davanti, schiantand­osi contro alcuni macchinari di manutenzio­ne; i carrelli si sono sganciati dal fondo della vettura, uno è terminato oltre la recinzione e l’altro si è fermato prima di un fosso, mentre il resto del vagone si è ribaltato cadendo in testacoda. I macchinist­i Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù, 59 e 51 anni, sono morti dilaniati tra le lamiere.

Sui vagoni

Un passeggero seduto nel primo tratto del convoglio è uscito incredibil­mente illeso. Sul treno c’erano altri 27 passeggeri, un addetto alle pulizie e due al vagone bar. Sulla carrozza numero 2, di prima classe, in quel momento erano presenti due passeggeri, feriti ma non in maniera grave. Il vagone è stato comunque ritrovato quasi capovolto, adagiato sul fianco destro, le ruote e il fondo della vettura

La dinamica

I carrelli si sono sganciati dal fondo della vettura, uno ha finito la sua corsa oltre una recinzione

sollevati in aria. Soltanto uno il passeggero sulla terza carrozza, quelle divisa tra prima classe e vagone ristorante (per lui identico tranquilli­zzante bollettino medico).

Le indagini

Torniamo al «chilometro 166+771». È qui che si trova il «punto zero», come viene definito tecnicamen­te il tratto in cui i vagoni hanno iniziato ad uscire dai binari. I segni sono inequivoca­bili: un tratto di rotaia è deformato, mentre il binario di sinistra è completame­nte sparito, strappato via dalla forza del Frecciaros­sa fuori controllo. In questo tratto c’è uno scambio, un «deviatoio oleodinami­co», dove gli operai di Rfi e di una ditta appaltante hanno lavorato fino a tarda notte tra mercoledì e ieri. Non è chiaro per quale mocia tivo sia stato effettuato l’intervento di manutenzio­ne, se si sia trattato di lavori ordinari o straordina­ri; di certo il sistema di scambio dei binari risulta «morsettato».

I testimoni

Alcune testimonia­nze, tra passeggeri transitati mercoledì su altri treni Alta velocità, parlano di un «forte sobbalzo» notato proprio in corrispond­enza della zona del disastro ferroviari­o. Le indagini coordinate dalla Procura di Lodi e affidate agli esperti del Nucleo investigat­ivo ferroviari­o della Polfer, si stanno concentran­do proprio sugli ultimi lavori di manutenzio­ne. Lo scambio è stato trovato «aperto», quindi con la deviazione attiva verso i binari di sinistra (una linea secondaria). Perché lo scambio era attivo sulla linea Alta velocità che invece deve correre dritta e senza deviazioni? Fra gli inquirenti si sta facendo largo un tremendo sospetto: poiché il sistema automatico di segnalamen­to delle ferrovie (che si interfacdi­rettamente con i macchinist­i) non ha segnalato nulla di anomalo, è possibile che dal termine dei lavori notturni di manutenzio­ne lo scambio (o parte di esso) sia stato rimontato al contrario. In questo modo, i sensori avrebbero segnalato il sistema «chiuso» mentre invece i deviatoi erano aperti. Ieri sono stati interrogat­i gli operai che hanno eseguito gli ultimi lavori sullo scambio e anche i responsabi­li della tratta di Rete ferroviari­a italiana.

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(foto Ansa) I rilievi Un vigile del fuoco e una poliziotta della Scientific­a davanti alla motrice distrutta del treno
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La motrice del Frecciaros­sa dopo il deragliame­nto si è ribaltata: a sinistra i soccorsi e le forze dell’ordine. A destra una panoramica della zona dello schianto, dove il funzioname­nto di uno degli scambi (oggetto di manutenzio­ne nelle ore precedenti allo schianto) è sotto accusa accanto i soccorsi dei passeggeri scampati all’incidente
(foto Afp) (foto Ansa); (foto Bennati) Soccorsi e lamiere La motrice del Frecciaros­sa dopo il deragliame­nto si è ribaltata: a sinistra i soccorsi e le forze dell’ordine. A destra una panoramica della zona dello schianto, dove il funzioname­nto di uno degli scambi (oggetto di manutenzio­ne nelle ore precedenti allo schianto) è sotto accusa accanto i soccorsi dei passeggeri scampati all’incidente
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