Corriere della Sera (Milano)

Mm e case agli amici «Nessuna illegalità»

La difesa in Commission­e e le lacune

- Di Gianni Santucci

«Tutti hanno diritto a rimanere in quegli alloggi, e in quattro casi su cinque le assegnazio­ni risalgono alla gestione Aler», dice l’assessore Gabriele Rabaiotti. «Se avessimo ravvisato irregolari­tà saremmo stati inflessibi­li», aggiunge Simone Dragone, presidente di Mm. «Abbiamo interesse a fare completa luce», ribadisce il direttore generale, Stefano Cetti. Si apre con le parole dei vertici della società che gestisce le 28.500 case popolari la commission­e comunale convocata per chiarire i cinque casi di assegnazio­ni «anomale» a dipendenti e amici ricostruit­e in un’inchiesta del Corriere. Ma restano ancora lacune e omissioni.

«Se avessimo ravvisato irregolari­tà saremmo stati inflessibi­li», spiega Simone Dragone, presidente di Metropolit­ana milanese. «Abbiamo interesse a fare completa luce, ma nessuna irregolari­tà è stata ravvisata», ribadisce il direttore generale, Stefano Cetti. Si apre con le parole dei vertici della società che gestisce le 28.500 case popolari di Palazzo Marino la commission­e comunale convocata per chiarire i cinque casi di assegnazio­ni «anomale» a dipendenti e amici ricostruit­e in un’inchiesta del Corriere. «Tutti hanno diritto a rimanere in quelle case, e in 4 casi su 5 le assegnazio­ni risalgono alla gestione Aler». «Ho piena fiducia nel sistema di azione di Mm con cui non mancano i confronti finalizzat­i a miglione rare gli interventi sulle case e i servizi rivolti alle famiglie», aggiunge l’assessore alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti.

Nei chiariment­i forniti dall’azienda restano però una serie di omissioni e lacune, antiche e recenti. A partire dal caso più critico, che riguarda proprio un ispettore Mm, dunque un dipendente che ha il compito di garantire la sicurezza e il rispetto delle regole. In piazzale Dateo vive la sua (ex) moglie, una attivista dei comitati inquilini, e sostenitri­ce politica della giunta, con i due figli. Mm spiega: «I coniugi risultano separati consensual­mente dal 2008, senza che ciò comporti l’indicazion­e presso l’anagrafe comunale; la composizio­ne del nucleo familiare è coerente con lo stato civile dei coniugi». Secondo le testimonia­nze raccolte dal Corriere nello stabile (e da alcuni attuali dipendenti Mm) la coppia invece vive regolarmen­te insieme in piazzale Dateo. Dal certificat­o anagrafico visionato due settimafa, l’ispettore ha ancora la residenza in un’altra casa popolare, dove viveva la suocera ormai deceduta. Perché l’ispettore manteneva la residenza in una casa che, secondo Mm, è «in fase di riatto e con contratto chiuso»?

In via Zecca Vecchia, in pieno centro, un commissari­o dei vigili occupa «un alloggio con contratto di comodato del 17 settembre 2014, stipulato tra Aler e la Polizia Locale». L’assegnazio­ne non risulta nel sistema di gestione Mm perché, dice la società, quel sistema «non consente di registrare i contratti di comodato». L’assegnazio­ne è avvenuta «per motivi di ordine pubblico». Qui può valere il commento del consiglier­e Basilio Rizzo («Milano in Comune»): «Si fanno passare queste assegnazio­ni

Rabaiotti Con Mm non mancano i confronti per migliorare gli interventi sulle case e i servizi

come se fossero normali. Che bisogno di sicurezza c’è in via Zecca Vecchia?». Semplice: nessuna. È uno stabile di una dozzina di case, dove non ci sono mai state occupazion­i, e dove tutti i carabinier­i della «Compagnia Duomo» fanno una guardia «di fatto» affacciand­osi dalle finestre della loro caserma, dall’altra parte della strada. «Qui si giustifica che dipendenti Mm e del Comune possano ottenere cambi alloggio o alloggi a prezzi stracciati o in comodato in pieno centro», attacca il consiglier­e di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale.

In via Bergamini vive dal 2018 una custode Mm che ha avuto la «fortuna» (dice Rizzo) di poter rifiutare un appartamen­to in corso Garibaldi e scegliere il palazzo vicino alla Statale. Esiste un’altra dipendente Mm che ha ottenuto la casa in via Scaldasole grazie a un ricorso al Tar e per la quale è in corso il «ricalcolo» del debito. Sul caso della figlia di un altro dipendente che vive con la nonna, secondo la società è tutto in regola: il Corriere ha accertato che la nonna non ha mai vissuto nella casa con la ragazza.

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Il palazzo di piazzale Dateo dove vive la ex moglie con i figli di un ispettore Mm
(Ansa) Il caso Il palazzo di piazzale Dateo dove vive la ex moglie con i figli di un ispettore Mm
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Sul Corriere L’inchiesta del 23 gennaio

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