L’appello di Sala ai cittadini: «Riducete la socialità»
Il sindaco: servizi civici garantiti, valutiamo misure specifiche
«Noi consigliamo ai milanesi non di stare in casa ma di limitare più possibile e ridurre la socialità». Niente allarmismi per il sindaco Sala, che al termine del vertice in prefettura esclude che, almeno per il momento, ci siano blocchi e chiusure di servizi pubblici. La situazione potrebbe cambiare oggi dopo la decisione dei rettori lombardi di sospendere le lezioni universitarie fino al 2 marzo.
Nessun invito a chiudersi in casa, ma il consiglio di ridurre le occasioni di socialità. «Noi consigliamo ai milanesi non di stare in casa ma di limitare più possibile e di ridurre la socialità oltre ad avere norme igieniche». Niente allarmismi per il sindaco Beppe Sala che al termine del vertice in prefettura esclude che, almeno per il momento, ci siano blocchi e chiusure di servizi pubblici. La situazione potrebbe cambiare oggi dopo la decisione del governo di rinviare la partita dell’Inter a San Siro e quella dei rettori lombardi di sospendere le lezioni universitarie fino al 2 marzo. Decisioni che, a cascata, potrebbero portare alla chiusura anche delle scuole. «Continueremo a tenere aperti i nostri servizi e i nostri uffici ma rinvieremo quello che si può rinviare — dice Sala —. Sui servizi di base non cambia nulla». E a chi gli chiede di chiudere gli uffici pubblici o le scuole come nel caso del capogruppo leghista, Alessandro Morelli, risponde secco sui social: «E allora perché non gli stadi? O le aziende? O i negozi? Che differenza c’è? Stiamo seguendo questa crisi sanitaria con responsabilità, non sottovalutiamo niente, ma non vogliano neppure fomentare allarmismi». Indicazioni che come sottolinea lo stesso sindaco potrebbero però cambiare in base all’evoluzione della situazione. «Si naviga a vista — conclude —. Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) ci vedremo di nuovo in prefettura e verificheremo il da farsi. Se sarà il caso di prendere misure specifiche, lo faremo».
Il post ha scatenato centinaia di commenti nel giro di pochi minuti. In tantissimi quelli che chiedono di chiudere scuole e università. Altrettanti chiedono di sospendere le partite a San Siro come ha poi deciso il consiglio dei ministri. Altri invece invocano la chiusura totale della città. Insomma, tante voci e commenti contrapposti che in qualche caso rasentano il panico. «Nel frattempo — conclude il sindaco — io sono qui a lavorare. A fare tutto quello che posso. Con serietà. E con spirito di collaborazione con le istituzioni che, più di me, conoscono le questioni relative alla gestione di questo virus». Per adesso l’unica «sospensione» prevista, oltre alle due citate in precedenza, riguarda un concorso pubblico che si sarebbe dovuto tenere il 25 e il 26 febbraio al Palalido Allianz Cloud: 3.500 iscritti provenienti da tutta Italia per 5 posti di receptionist. «Lo rinvieremo, non cambia niente. C’è attenzione a dove si può ridurre il rischio» dice il sindaco. Quanto alla possibilità nell’immediato di sospendere alcuni eventi, come le sfilate della settimana della moda la risposta del sindaco è netta: «Non riteniamo al momento che si debba bloccare». Più probabile che vengano cancellate le manifestazioni legate al Carnevale ambrosiano. Fatto sta che il problema sollevato da Sala è reale ed è stato condiviso da gran parte delle persone sedute al tavolo della prefettura. Che senso ha chiudere alcuni servizi e lasciarne aperti altri? Allora — è il ragionamento che è circolato nei vari tavoli — si faccia come in Friuli Venezia Giulia dove è stato emanato lo stato di emergenza che prevede una serie di opzioni da mettere in campo. Senza mai dimenticare che «congelare» una città come Milano comporta delle difficoltà estreme a meno che non ti chiami Repubblica popolare cinese. L’ipotesi più probabile è che oggi, quando il quadro delle persone contagiate e dei loro contatti sarà più chiaro, si prenderanno i provvedimenti del caso.