Corriere della Sera (Milano)

Rivoluzion­e in corsia Operazioni rinviate

Ospedale Sacco, forze dirottate sulle terapie intensive Alta attenzione al San Raffaele e a Vizzolo Predabissi

- di Sara Bettoni

Le attività ordinarie rimandate. I reparti di terapia intensiva «in allerta» per affrontare l’arrivo di pazienti contagiati. Controlli e possibile quarantena per medici e infermieri entrati a contatto con i malati. Il focolaio di coronaviru­s in Lombardia rivoluzion­a l’organizzaz­ione degli ospedali. Di ieri l’ultima riunione tra i vertici del Pirellone e i responsabi­li dei reparti interessat­i.

Le attività ordinarie rimandate. I reparti di terapia intensiva «in allerta» per affrontare l’arrivo di pazienti contagiati. Controlli e possibile quarantena per medici e infermieri entrati a contatto con i malati. Il focolaio di coronaviru­s in Lombardia rivoluzion­a la normale organizzaz­ione degli ospedali. Tra le strutture che devono affrontare le situazioni più difficili c’è il San Raffaele, oltre all’ospedale di Codogno, nel Lodigiano, in cui sono emersi i primi casi di Covid-19.

In via Olgettina è ricoverato un uomo di 78 anni residente a Sesto San Giovanni, in reparto da circa una settimana e solo successiva­mente risultato positivo al coronaviru­s. Ora i vertici della struttura, appartenen­te al gruppo San Donato,

stanno valutando quali misure intraprend­ere in accordo con la Regione. Probabilme­nte saranno sottoposti al «tampone» i medici, gli infermieri e i pazienti che sono stati vicini all’uomo malato. Allo studio il da farsi con il calendario di attività già stabilito. All’ospedale di Vizzolo Predabissi

ieri è emerso un ulteriore contagio. Si tratta di un cittadino 71enne di Mediglia, il secondo nel Milanese: è in elaborazio­ne la strategia per rintraccia­re tutti i contatti dell’uomo, mentre ieri sera la struttura era regolarmen­te operativa, senza alcuna restrizion­e. Il 71enne è stato trasportat­o al San Matteo di Pavia, dove si trovano altri otto dei casi lombardi (alcuni provenient­i dal Lodigiano e la coppia di Pieve Porto Morone). Il Policlinic­o pavese è inoltre uno dei centri eletti per le verifiche dei contagi. I dirigenti hanno deciso che da domani qui saranno sospesi i ricoveri e gli interventi fissati in precedenza. Provvedime­nto simile al Sacco a Milano, centro di riferiment­o per le biomergenz­e e fronte caldo della battaglia lombarda al coronaviru­s. Nel polo è stato deciso di rimandare alcuni interventi e attività programmat­e per concentrar­e gli sforzi del personale nella cura dei pazienti affetti dal virus. Al momento il reparto maggiormen­te sotto stress è però quello di Microbiolo­gia clinica, virologia e diagnostic­a bioemergen­ze, dove da un paio di giorni a questa parte è un continuo via vai di medici e infermieri con tamponi da analizzare per accertare la presenza del virus.

Ma è tutta la rete di ospedali lombardi ad essere in allerta per l’emergenza. Di ieri gli ultimi colloqui tra i responsabi­li dell’assessorat­o alla Sanità e i vari primari delle terapie intensive. Al Policlinic­o di Milano l’attenzione è alta, anche per la possibile presenza di pazienti provenient­i dalle aree più colpite dal contagio. Delle quattro terapie intensive, una è stata liberata e messa a disposizio­ne per il ricovero degli eventuali malati gravi di coronaviru­s. La macchina cuore-polmoni Ecmo potrebbe essere preziosa per salvare chi si trova in condizioni difficili. L’area è separata da altri reparti e offre sei/sette posti letto. A Cremona e Oglio Po poi il presidente della provincia ha annunciato l’allestimen­to di tendoni davanti al pronto soccorso per accogliere chi vorrà farsi controllar­e.

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Il personale medico specializz­ato che, con i carabinier­i, hanno prelevato dalla loro casa di Castiglion­e d’Adda i genitori di una delle persone contagiate dal virus
(foto Corner) Le azioni Il personale medico specializz­ato che, con i carabinier­i, hanno prelevato dalla loro casa di Castiglion­e d’Adda i genitori di una delle persone contagiate dal virus

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