Corriere della Sera (Milano)

Corsa agli scaffali per le scorte di cibo Rebus delle scuole «Scenario irreale»

Codogno, i sindaci confinanti: non venite qui

- di Francesco Gastaldi

Un assalto agli scaffali come in tempi di guerra. Forzatori del blocco che dai dieci comuni della Bassa si sono riversati per ore al di fuori della cintura di contenimen­to per fare la spesa, mentre la psicosi da Coronaviru­s invadeva anche i supermarke­t e gli iper del Lodigiano: all’Auchan di San Rocco al Porto e ai due Bennet di San Martino in Strada e Pieve Fissiraga, entrambi appena fuori Lodi, sia venerdì sera che ieri mattina si sono vissuti momenti surreali. Gente intenta a far provviste per giorni svuotando gli scaffali, code infinite alle casse, file di auto fin fuori dai parcheggi. Sindaci di paesi confinanti con i dieci centri al centro del focolaio di Covid-19 che già sabato mattina si lamentavan­o pesantemen­te di come molti residenti colpiti dall’ordinanza siano stati pizzicati fuori dalla cintura a fare la spesa nei supermarke­t della Bassa o alle porte di Lodi. «Usate la testa — è il vocale di uno dei sindaci —, ci sono market aperti a Codogno e Casalpuste­rlengo, restate all’interno dei vostri Comuni».

L’ordinanza prefettizi­a che recepisce le disposizio­ni del ministero della Salute in realtà consiglia di non uscire proprio di casa se si vive nei Comuni del focolaio — Codogno,

Castiglion­e, Casalpuste­rlengo, Terranova, Fombio, Maleo, Somaglia, Castelgeru­ndo, Bertonico e San Fiorano — ma bisogna pur vivere e mangiare. Motivo per cui Castiglion­e d’Adda ha optato per lasciare aperti i sei negozi di alimentari più le due macellerie del paese, dove i residenti hanno potuto fare rifornimen­to, come confermato dal sindaco Tino Pesatori.

«Stiamo in casa e aspettiamo, è una cosa surreale», racconta uno dei residenti in quarantena: ha partecipat­o a una delle cene tra amici indicate come possibile primo contagio del «paziente 1», di cui è amico, e sta aspettando confinato in casa i risultati del tampone fatto ieri. E come lui, gli altri 15 partecipan­ti alla serata in una pizzeria di Codogno. Il problema è stato anche portato all’attenzione della prefettura dove ieri sera sono stati convocati tutti i 60 sindaci della Provincia di Lodi e dove sono state ribadite le misure emanate 24 ore prima. Gli amministra­tori si sono trasferiti poi a palazzo Broletto per firmare un accordo che ribadisce ai 50mila abitanti dei dieci Comuni oggetto dell’ordinanza «di attenersi strettamen­te alle disposizio­ni emanate dal ministero della Salute» e a tutti gli altri di «seguire le norme di prevenzion­e consigliat­e dal ministero evitando di frequentar­e luoghi affollati e partecipar­e a manifestaz­ioni ed eventi pubblici».

Anche a Codogno ieri c’era un market aperto, a Casale alcuni negozi. Poi è stato chiuso tutto, o quasi. Un deserto irreale, lo ha definito un ex sindaco a Casalpuste­rlengo. Idem Codogno. Da lunedì potrebbe essere attuata un’apertura a rotazione dei maggiori supermerca­ti per consentire alla popolazion­e di fare la spesa. Chiuse le scuole nei dieci Comuni, Lodi invece ha scelto di lasciare gli istituti aperti nonostante l’imminenza delle vacanze di Carnevale. Una decisione che ha creato però polemiche e proteste, specie da parte dei genitori che si sono scatenati sui social: «Decisione senza senso». L’ennesimo segno che anche nel capoluogo la psicosi è già arrivata.

Prefettura Ribadite le norme che consiglian­o di evitare luoghi affollati ed eventi pubblici

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Una farmacia di Codogno aperta per l’emergenza. Alcune farmacie del paese sono operative ma «a battenti chiusi» e in molti negozi sono esaurite le mascherine
(foto Cozzoli) Al banco Una farmacia di Codogno aperta per l’emergenza. Alcune farmacie del paese sono operative ma «a battenti chiusi» e in molti negozi sono esaurite le mascherine

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