Corsa agli scaffali per le scorte di cibo Rebus delle scuole «Scenario irreale»
Codogno, i sindaci confinanti: non venite qui
Un assalto agli scaffali come in tempi di guerra. Forzatori del blocco che dai dieci comuni della Bassa si sono riversati per ore al di fuori della cintura di contenimento per fare la spesa, mentre la psicosi da Coronavirus invadeva anche i supermarket e gli iper del Lodigiano: all’Auchan di San Rocco al Porto e ai due Bennet di San Martino in Strada e Pieve Fissiraga, entrambi appena fuori Lodi, sia venerdì sera che ieri mattina si sono vissuti momenti surreali. Gente intenta a far provviste per giorni svuotando gli scaffali, code infinite alle casse, file di auto fin fuori dai parcheggi. Sindaci di paesi confinanti con i dieci centri al centro del focolaio di Covid-19 che già sabato mattina si lamentavano pesantemente di come molti residenti colpiti dall’ordinanza siano stati pizzicati fuori dalla cintura a fare la spesa nei supermarket della Bassa o alle porte di Lodi. «Usate la testa — è il vocale di uno dei sindaci —, ci sono market aperti a Codogno e Casalpusterlengo, restate all’interno dei vostri Comuni».
L’ordinanza prefettizia che recepisce le disposizioni del ministero della Salute in realtà consiglia di non uscire proprio di casa se si vive nei Comuni del focolaio — Codogno,
Castiglione, Casalpusterlengo, Terranova, Fombio, Maleo, Somaglia, Castelgerundo, Bertonico e San Fiorano — ma bisogna pur vivere e mangiare. Motivo per cui Castiglione d’Adda ha optato per lasciare aperti i sei negozi di alimentari più le due macellerie del paese, dove i residenti hanno potuto fare rifornimento, come confermato dal sindaco Tino Pesatori.
«Stiamo in casa e aspettiamo, è una cosa surreale», racconta uno dei residenti in quarantena: ha partecipato a una delle cene tra amici indicate come possibile primo contagio del «paziente 1», di cui è amico, e sta aspettando confinato in casa i risultati del tampone fatto ieri. E come lui, gli altri 15 partecipanti alla serata in una pizzeria di Codogno. Il problema è stato anche portato all’attenzione della prefettura dove ieri sera sono stati convocati tutti i 60 sindaci della Provincia di Lodi e dove sono state ribadite le misure emanate 24 ore prima. Gli amministratori si sono trasferiti poi a palazzo Broletto per firmare un accordo che ribadisce ai 50mila abitanti dei dieci Comuni oggetto dell’ordinanza «di attenersi strettamente alle disposizioni emanate dal ministero della Salute» e a tutti gli altri di «seguire le norme di prevenzione consigliate dal ministero evitando di frequentare luoghi affollati e partecipare a manifestazioni ed eventi pubblici».
Anche a Codogno ieri c’era un market aperto, a Casale alcuni negozi. Poi è stato chiuso tutto, o quasi. Un deserto irreale, lo ha definito un ex sindaco a Casalpusterlengo. Idem Codogno. Da lunedì potrebbe essere attuata un’apertura a rotazione dei maggiori supermercati per consentire alla popolazione di fare la spesa. Chiuse le scuole nei dieci Comuni, Lodi invece ha scelto di lasciare gli istituti aperti nonostante l’imminenza delle vacanze di Carnevale. Una decisione che ha creato però polemiche e proteste, specie da parte dei genitori che si sono scatenati sui social: «Decisione senza senso». L’ennesimo segno che anche nel capoluogo la psicosi è già arrivata.
Prefettura Ribadite le norme che consigliano di evitare luoghi affollati ed eventi pubblici