L’AVVENTURA GIORNALIERA DEL PEDONE DIMENTICATO
Il pedone. Andiamo a vedere come lo definisce il vocabolario: «Chi cammina a piedi, specialmente contrapposto a chi si sposta con un veicolo». È in quell’avverbio che si nasconde l’avventura quotidiana del cittadino non motorizzato. Per esempio: quando deve attraversare una pista ciclabile, che di solito si snoda accanto al marciapiede. Le biciclette difficilmente si fermano, lasciando libero il passaggio. Adesso con l’apparizione dei monopattini elettrici il rischio almeno in teoria sarà maggiore, giacché sono equiparati alle bici. Infatti per loro si applicano le stesse norme del Codice della strada. Pare che a Milano gli elettrici siano già 2.250. Sono esclusi dalle autostrade, dalle tangenziali ma soprattutto dai marciapiedi: ma chissà se ricompariranno i vigili urbani per multare i trasgressori (è probabile che ci saranno). Non parliamo poi delle strisce pedonali. Anche questo attraversamento si propone come un’avventura. Taluni automobilisti non le rispettano e passano sicuri dell’immunità, giacché come si è detto i pizzardoni brillano per assenza. Dun que per il pedone si tratta sempre di vincere la scommessa quotidiana. Le statistiche ci dicono che ne muore uno ogni 14 ore, vittima di un incidente stradale. Seicento in un anno. Mette conto poi considerare le buche, il pavè, le rotaie dei tram, che non sono insidiosi soltanto per gli elettrici e le bici. In parole povere il pedone uscendo ogni giorno di casa deve vincere una scommessa.