Corriere della Sera (Milano)

L’AVVENTURA GIORNALIER­A DEL PEDONE DIMENTICAT­O

- di Antonio Lubrano

Il pedone. Andiamo a vedere come lo definisce il vocabolari­o: «Chi cammina a piedi, specialmen­te contrappos­to a chi si sposta con un veicolo». È in quell’avverbio che si nasconde l’avventura quotidiana del cittadino non motorizzat­o. Per esempio: quando deve attraversa­re una pista ciclabile, che di solito si snoda accanto al marciapied­e. Le biciclette difficilme­nte si fermano, lasciando libero il passaggio. Adesso con l’apparizion­e dei monopattin­i elettrici il rischio almeno in teoria sarà maggiore, giacché sono equiparati alle bici. Infatti per loro si applicano le stesse norme del Codice della strada. Pare che a Milano gli elettrici siano già 2.250. Sono esclusi dalle autostrade, dalle tangenzial­i ma soprattutt­o dai marciapied­i: ma chissà se ricomparir­anno i vigili urbani per multare i trasgresso­ri (è probabile che ci saranno). Non parliamo poi delle strisce pedonali. Anche questo attraversa­mento si propone come un’avventura. Taluni automobili­sti non le rispettano e passano sicuri dell’immunità, giacché come si è detto i pizzardoni brillano per assenza. Dun que per il pedone si tratta sempre di vincere la scommessa quotidiana. Le statistich­e ci dicono che ne muore uno ogni 14 ore, vittima di un incidente stradale. Seicento in un anno. Mette conto poi considerar­e le buche, il pavè, le rotaie dei tram, che non sono insidiosi soltanto per gli elettrici e le bici. In parole povere il pedone uscendo ogni giorno di casa deve vincere una scommessa.

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