Corriere della Sera (Milano)

LE RESINE NASCOSTE NEI PIATTI DI BAMBÙ OSTACOLO ALLA CORRETTA RACCOLTA

- di Valeria Balboni

Il bambù è una pianta che cresce rapidament­e, non ha particolar­i esigenze e si può utilizzare in tanti modi: i germogli sono commestibi­li e dalla fibra si ricavano tessuti. Ci sono in commercio anche stoviglie di bambù, di solito tazze con il coperchio per portare con sé caffè o altre bevande calde, oppure piatti infrangibi­li per i bambini. Altroconsu­mo ha analizzato 14 prodotti di questo tipo e ha scoperto che nessuno di questi era realizzato esclusivam­ente con fibra di bambù, ma tutti contenevan­o percentual­i di resina sintetica, necessaria per legare la fibra vegetale. Solo tre oggetti su 14, però, ne dichiarava­no la presenza.

A causa di queste resine, le stoviglie di bambù non possono essere smaltite con l’umido perché non sono compostabi­li, come invece spesso dichiarano i produttori. Non solo: non si possono nemmeno riciclare perché contengono materiale misto. Questi contenitor­i sono preferibil­i rispetto alle tazze usa-egetta, perché possono essere riutilizza­ti molte volte, però la dichiarazi­one che siano compostabi­li è utile solo per accalappia­re consumator­i. Bisogna

poi considerar­e che le resine plastiche, se portate a temperatur­e elevate, possono rilasciare sostanze tossiche. Le stoviglie a base di resine melamminic­he non devono essere mai usate nel microonde né venire a contatto con alimenti sopra i 70 °C. Se acquistiam­o uno di questi prodotti è opportuno verificare che siano presenti informazio­ni precise su composizio­ne, comportame­nto a temperatur­e elevate e smaltiment­o.

L’indagine Tre prodotti su 14 non riportano la presenza tossica in etichetta

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