LE RESINE NASCOSTE NEI PIATTI DI BAMBÙ OSTACOLO ALLA CORRETTA RACCOLTA
Il bambù è una pianta che cresce rapidamente, non ha particolari esigenze e si può utilizzare in tanti modi: i germogli sono commestibili e dalla fibra si ricavano tessuti. Ci sono in commercio anche stoviglie di bambù, di solito tazze con il coperchio per portare con sé caffè o altre bevande calde, oppure piatti infrangibili per i bambini. Altroconsumo ha analizzato 14 prodotti di questo tipo e ha scoperto che nessuno di questi era realizzato esclusivamente con fibra di bambù, ma tutti contenevano percentuali di resina sintetica, necessaria per legare la fibra vegetale. Solo tre oggetti su 14, però, ne dichiaravano la presenza.
A causa di queste resine, le stoviglie di bambù non possono essere smaltite con l’umido perché non sono compostabili, come invece spesso dichiarano i produttori. Non solo: non si possono nemmeno riciclare perché contengono materiale misto. Questi contenitori sono preferibili rispetto alle tazze usa-egetta, perché possono essere riutilizzati molte volte, però la dichiarazione che siano compostabili è utile solo per accalappiare consumatori. Bisogna
poi considerare che le resine plastiche, se portate a temperature elevate, possono rilasciare sostanze tossiche. Le stoviglie a base di resine melamminiche non devono essere mai usate nel microonde né venire a contatto con alimenti sopra i 70 °C. Se acquistiamo uno di questi prodotti è opportuno verificare che siano presenti informazioni precise su composizione, comportamento a temperature elevate e smaltimento.
L’indagine Tre prodotti su 14 non riportano la presenza tossica in etichetta