E-commerce da record In crisi portali e magazzini
Per Carrefour ordini in salita del mille per cento. Amazon ai fornitori: più merci
Dopo la corsa tra gli scaffali dei supermercati, c’è quella allo smartphone. Lo consigliano anche esperti: per evitare assembramenti di persone e «rendere la vita più difficile al virus, anche piccole azioni quotidiane come smettere di fare la spesa e scegliere la consegna a domicilio possono avere una grande incidenza», ha dichiarato la virologa Ilaria Capua. Come già accaduto in Cina e in Corea del Sud, l’ecommerce di generi alimentari e di prima necessità o di prodotti esauriti sul canale tradizionale è letteralmente esploso nell’Italia contagiata dal coronavirus e nella
Regione più colpita: la Lombardia.
«Nel milanese, rileviamo siti in tilt e fasce di consegna esaurite per la maggior parte dei merchant ecommerce che operano in ambito alimentare: da Amazon Prime Now a Esselunga», dice Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio eCommerce del Politecnico. Da ieri campeggia sul sito di Prime Now l’avviso «Oggi le consegne non sono
Supermercato disponibili»: «Stiamo lavorando per rafforzare il servizio — dice al Corriere l’azienda —. È un problema di stoccaggio nel nostro centro di smistamento di Affori: abbiamo lavorato con fornitori terzi per avere sufficiente merce e massimizzato la presenza di personale in magazzino, ma c’è stato un vero e proprio assalto». Anche su Amazon.it l’azienda sta lavorando «con i fornitori per ottenere ulteriori quantitativi di prodotti». Se i centri Carrefour in Lombardia e Piemonte hanno subito «un picco di vendite compreso in un range tra il 20 e il 130%, il servizio di e-commerce ha registrato un traffico dieci volte più alto rispetto al normale, che ha causato un inevitabile rallentamento», dice Rossana Pastore, responsabile comunicazione e relazioni esterne di Carrefour Italia. «Stiamo comunque continuando a garantire il servizio anche supportati dai partner Glovo e Supermercato24». In casa Esselunga il sito per la spesa online funziona, ma l’app è in crash per la sovrabbondanza di richieste, e le consegne subiscono ritardi «anche di qualche giorno», dice l’azienda. «Negli ultimi due giorni però siamo riusciti a soddisfare un livello di domanda pari a più del doppio del normale», garantisce il ceo Sami
Kahale. «Al massimo dell’evasione degli ordini, ma al momento in grado di gestirli», anche per Pam Panorama.
Nonostante i picchi di richieste, l’ecommerce «ha consentito a diversi consumatori di poter fruire di servizi importanti, come la consegna dei pasti a domicilio senza dover uscire di casa», commenta Pontiggia. Un aiuto per tutti, salvo per i cittadini della «zona rossa»: paradossalmente quelli che più ne sentono il bisogno. Domenica, a divieto effettivo di entrata e uscita dai dieci Comuni del Lodigiano in quarantena, nessuna città italiana ha battuto Castiglione d’Adda nella ricerca su Google di «Esselunga a casa» (ricerca AvantGrade). Come stanno gestendo la quarantena i giganti dell’ecommerce? Nessuna consegna prevista nei Comuni interessati dall’ordinanza, non essendo consentito l’accesso, e dipendenti residenti nella zona a casa in permesso retribuito (Amazon l’ha esteso anche ai propri fornitori). Carrefour ha tre collaboratori nell’area rossa e sta «suggerendo al personale che proviene da comuni limitrofi o che deve fare lunghi percorsi con mezzi pubblici di lavorare in smart working» (possibilità offerta a tutti i dipendenti da ePrice). Se i sei centri di smistamento di Amazon in Lombardia non toccano le aree a rischio, né quelli di ePrice, Esselunga o Pam, Carrefour «ha due poli logistici sui confini della zona rossa — informa la catena — ovvero a Chignolo e a Massalengo. Ad oggi sono operativi al 100%». Ma con l’aumentare dei casi di contagio il gruppo sta lavorando a «un piano di contingency, nel momento in cui uno dei due dovesse entrare in quarantena».