La «truffa dei tamponi» e la finta Croce Rossa Allerta in tutta la regione
Anziani presi di mira. Como, furto di mascherine in ospedale
Un caso a Cavallasca, un altro a Lurate Caccivio, entrambi nel comasco. Hanno suonato al citofono dell’ignara vittima spacciandosi per volontari della Croce Rossa, pare che indossassero anche un giubbotto con i colori di ordinanza: «Dobbiamo sottoporla al test per il coronavirus». A Cavallasca l’anziana non si è fidata, è scesa in strada e ha fatto solo in tempo a veder fuggire i falsi operatori. Colpo fallito anche a Lurate. Ma le segnalazioni si moltiplicano in tutta la regione.
A quattro giorni dallo scoppio dell’emergenza sanitaria per l’incubo coronavirus in Lombardia sciacalli in azione. Il virus non ferma i truffatori. Tra le prime realtà a lanciare l’allarme attraverso i social, il comitato di Lecco della Croce Rossa Italiana. «Ci hanno segnalato strane telefonate: siamo della Cri, veniamo a casa a farle il tampone. Fate attenzione a chi cerca di raggirarvi — spiega il presidente della sezione lecchese, Enzo Vigoni —. Non fidatevi di chi si presenta a domicilio per controlli o verifiche, non esistono medici che vengono da voi per fare i test. Nel dubbio chiamate sempre le autorità per una verifica. Siamo sconcertati. Sembra incredibile anche solo pensare che qualcuno possa approfittare di questa situazione per derubare in particolare gli anziani. Eppure accade».
A rilanciare l’appello anche l’Ats Brianza, con i sanitari, quelli veri, impegnati in queste ore a verificare realmente la presenza del virus: «Nessun addetto viene a domicilio a fare il test se non espressamente richiesto in presenza di potenziale contagio», ribadisce la direzione. «Attenti alla truffa del finto tampone», dicono i carabinieri di Sondrio, che con una nota mettono in guardia la popolazione. «Il modus operandi è semplice: bussano alla porta dicendo di dover effettuare controlli per il coronavirus, mentre uno dei malfattori mostra finti test e materiale informativo, il complice svaligia l’appartamento. Si presentano come operatori dell’azienda sanitaria con tanto di tesserini falsi degli ospedali della zona», proseguono i militari che invitano ancora una volta a non aprire mai agli sconosciuti. Truffatori che si approfittano delle paure delle persone più fragili, con la psicosi che ha spinto molti cittadini a svuotare gli scaffali dei supermercati e a prendere d’assalto le farmacie.
All’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia (Como) sono state rubate persino le mascherine. All’alba di lunedì, gli operatori del comparto operatorio hanno scoperto che un armadio del deposito del blocco chirurgico era stato forzato e che era sparita la scorta di mascherine. Non è stato ancora accertato quanti di questi presidi sanitari fossero conservati nel contenitore saccheggiato.
Il furto è stato subito segnalato dal personale dell’ospedale principale del territorio comasco alla direzione dell’Asst Lariana, che ha allertato le forze dell’ordine e ha denunciato l’episodio. Sono già stati avviati gli accertamenti, anche con il servizio di vigilanza interno del presidio, per provare a risalire ai responsabili del furto, sicuramente collegato alla situazione di emergenza per l’epidemia di Coronavirus e all’esaurimento delle scorte delle mascherine.