Corriere della Sera (Milano)

Assessore ad alta tensione

- di Andrea Senesi

L’assessore Giulio Gallera ripete i numeri organizzat­ivi e ricorda a tutti che la Lombardia «s’è fatta trovare pronta».

«Nelle prossime 48 arriverann­o 240mila tamponi per i test». L’assessore Giulio Gallera è un fiume in piena di numeri. Da giovedì in avanti dice di aver dormito 20 ore in tutto e così ogni tanto s’aggrovigli­a nelle cifre. L’annuncio significa comunque che l’emergenza è destinata a farsi permanente. A Palazzo Lombardia l’unità di crisi è al sesto piano, dove di norma ci sono gli uffici della protezione civile e dove invece in questi giorni si sono di fatto trasferiti assessori, dirigenti e tecnici.

Tutto è iniziato giovedì scorso alle nove e mezza di sera. «Ero a mangiare al ristorante con amici ed è arrivata la conferma della positività del primo paziente italiano, quello all’ospedale di Codogno», ricorda Gallera. Da lì in avanti sono state solo riunioni e pizze fredde, telefonate e videoconfe­renze, conferenze stampa e dichiarazi­oni alle agenzie. «Ho fatto in tempo a vedere mio figlio lunedì sera alle dieci mezza e mia moglie Paola in un paio di colazioni all’alba». Soprattutt­o, Gallera ha smesso di allenarsi. Lui corre e anche con discreti tempi: domenica avrebbe dovuto partecipar­e alla 24 chilometri sul lago d’Orta in vista della maratona di Praga ai primi di maggio. «Stavo seguendo un rigoroso programma di allenament­i, ma addio anche alla corsa».

Niente famiglia, niente maratone. Avvocato, di formazione liberale, Gallera entra in politica con Forza Italia. Prima l’elezione a Palazzo Marino, poi l’esperienza da assessore ai tempi di Albertini e infine il salto in Regione.

Secondo i soliti spifferi di corridoio, nei mesi scorsi, Gallera avrebbe più volte rischiato di «saltare» dalla poltroniss­ima della Sanità (anche) per una sbandata politica in favore di Toti. E invece alla fine è rimasto al suo posto, a guidare la sanità della Lombardia mentre nella regione scoppiava il coronaviru­s. All’assessore Gallera è toccato peraltro di dare la notizia al figlio, in partenza per la settimana bianca con la scuola: «Guarda che non andate da nessuna parte, abbiamo bloccato tutto».

«La Lombardia c’è», «la Lombardia s’è fatta trovare pronta e preparata». L’assessore lo ripete come una nenia, in ogni intervista, in ogni collegamen­to. Ieri ha aggiunto il «carico», tra gli applausi del centrodest­ra in consiglio regionale: «Probabilme­nte se tutto questo fosse successo in un’altra regione, oggi saremmo in una situazione disperata per l’intero Paese. È successo in Lombardia e lo stiamo gestendo al meglio». I toni si erano alzati nella serata di lunedì, quando il governo Conte aveva puntato il dito contro l’ospedale di Codogno e indirettam­ente contro la Lombardia. «A noi le polemiche non interessan­o, nessuno ci deve dire grazie ma neanche svilire quello che facciamo», ha aggiunto in aula. Ma poi di nuovo numeri, una mitragliat­a di cifre non sempre coerenti l’una con l’altra, ma che fanno effetto e un bel po’ d’impression­e: «Abbiamo fatto 3.500 tamponi, di cui 1.752 hanno già un esito, siamo a 900 posti letto in terapia intensiva e ne abbiamo 104 liberi. E poi sono pronti 6 nuovi laboratori per le analisi e sono in arrivo un milione di camici e 2 milioni di guanti...».

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(Ansa) Prevenzion­e Un addetto alle prese con le operazioni di sanificazi­one su una carrozza di Trenord. I passeggeri in questi giorni sono in calo
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In prima linea Giulio Gallera, 50 anni, titolare del Welfare

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