Corriere della Sera (Milano)

Permessi premio sospesi Gli agenti chiedono tutele

Nelle carceri

- G. Gua.

Per definizion­e, di libertà ne hanno già poca, ma quella che resta a una fetta di detenuti se la mangia il famigerato Covid-19. Il Tribunale di Sorveglian­za di Milano è stato costretto a sospendere fino al 2 marzo le uscite all’esterno per evitare il rischio di contagio sia per i detenuti che ne benefician­o, sia per i compagni che potrebbero essere contagiati al loro rientro in cella con enormi problemi per gli istituti di pena. Da lunedì scorso, dopo l’innalzamen­to del livello di allarme, i magistrati di sorveglian­za hanno dovuto sospendere alcuni benefici che, da un lato, riducono la pressione nelle carceri sovraffoll­ate, da un altro, consentono il percorso di rieducazio­ne al quale deve tendere la pena secondo la Costituzio­ne. I giudici dell’ufficio diretto da Giovanna Di Rosa hanno boccato permessi premio, che permettono ai carcerati di uscire per periodi limitati, semilibert­à per trascorrer­e parte del giorno fuori in attività di impiego utili al reinserime­nto, e lavoro esterno, uscire dal carcere per svolgere un’attività lavorativa o di frequentar­e un corso di formazione profession­ale. A San Vittore, gli avvocati che si recheranno per incontrare i reclusi indosseran­no la mascherina. Sospesi, per gli stessi motivi, gli ingressi dei volontari che prestano la loro opera dentro le mura. Gli stessi rischi riguardano la salute degli agenti di polizia penitenzia­ria, i cui sindacati hanno chiesto provvedime­nti urgenti a tutela della salute.

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