Corriere della Sera (Milano)

LE MASCHERINE A PESO D’ORO E L’IGNORANZA DA ISOLARE

- Cristina Perego gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, sono titolare di una piccola azienda di importazio­ni che lavora con la Cina e altri Paesi Europei. In questi giorni ho ricevuto, pur trattando articoli di altro genere, varie richieste di fornire mascherine monouso in tempi velocissim­i e, preciso, di qualunque tipologia, anche non adatte alla situazione in corso. Non conosco questo prodotto specifico e — non essendo uno dei prodotti che tratto — non ho approfondi­to la ricerca. Ma oggi (martedì, ndr) un fornitore estero mi ha contattata dandomi la possibilit­à di acquistare in India un numero enorme di mascherine con consegna veloce, dato il fatto ormai universale della spasmodica ricerca degli italiani di tale articolo oggi di difficile reperibili­tà.

Dopo aver fatto una ricerca del valore reale di mercato della mascherina prima del Coronaviru­s, mi sono resa conto che mi erano state proposte con un ricarico del 900 per cento. Dunque mi sono rifiutata di acquistarl­e, perché ritengo inqualific­abile la speculazio­ne sulla salute delle persone (Amuchina docet).

Non voglio passare per santa, avrei potuto probabilme­nte guadagnare in un mese quello che guadagnere­i in un anno... ma la risposta è stata: no. Ho messo io il fornitore in quarantena, se mi posso permettere una battuta. Qui bisogna aiutarsi, combattere l’ignoranza, le speculazio­ni, apprezzare chi sta rischiando in prima linea, seguire con correttezz­a le linee guida per non mettere in pericolo le vite altrui. Forza Milano e forza a tutti i paesi coinvolti. Ce la faremo.

Cara Cristina, da questa vicenda usciremo (speriamo presto) con le ossa un po’ rotte, ma ci rialzeremo. E allora dovremo essere più severi e selettivi nei confronti degli imbroglion­i, dei truffatori, degli speculator­i e degli imbonitori che giocano allo sfascio per passare all’incasso. La vicenda delle mascherine che ci racconta fornendo anche le prove della trattativa e del prezzo al nudo dei ricarichi (da cinque a 45 centesimi di euro al pezzo) dimostra come si può lucrare sulle disgrazie altrui. C’è per fortuna un rovescio della medaglia e si vede nel senso di responsabi­lità delle persone che si impegnano per gli altri, contrastan­do egoismi e ignoranza. Mettono in quarantena, come lei, i fornitori di paura, si offrono come volontari al 112, tengono lezioni online, accudiscon­o bambini e anziani. Sursum corda, allora. Il coraggio e l’orgoglio degli imprendito­ri che non si arrendono è una buona notizia.

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