LE MASCHERINE A PESO D’ORO E L’IGNORANZA DA ISOLARE
Caro Schiavi, sono titolare di una piccola azienda di importazioni che lavora con la Cina e altri Paesi Europei. In questi giorni ho ricevuto, pur trattando articoli di altro genere, varie richieste di fornire mascherine monouso in tempi velocissimi e, preciso, di qualunque tipologia, anche non adatte alla situazione in corso. Non conosco questo prodotto specifico e — non essendo uno dei prodotti che tratto — non ho approfondito la ricerca. Ma oggi (martedì, ndr) un fornitore estero mi ha contattata dandomi la possibilità di acquistare in India un numero enorme di mascherine con consegna veloce, dato il fatto ormai universale della spasmodica ricerca degli italiani di tale articolo oggi di difficile reperibilità.
Dopo aver fatto una ricerca del valore reale di mercato della mascherina prima del Coronavirus, mi sono resa conto che mi erano state proposte con un ricarico del 900 per cento. Dunque mi sono rifiutata di acquistarle, perché ritengo inqualificabile la speculazione sulla salute delle persone (Amuchina docet).
Non voglio passare per santa, avrei potuto probabilmente guadagnare in un mese quello che guadagnerei in un anno... ma la risposta è stata: no. Ho messo io il fornitore in quarantena, se mi posso permettere una battuta. Qui bisogna aiutarsi, combattere l’ignoranza, le speculazioni, apprezzare chi sta rischiando in prima linea, seguire con correttezza le linee guida per non mettere in pericolo le vite altrui. Forza Milano e forza a tutti i paesi coinvolti. Ce la faremo.
Cara Cristina, da questa vicenda usciremo (speriamo presto) con le ossa un po’ rotte, ma ci rialzeremo. E allora dovremo essere più severi e selettivi nei confronti degli imbroglioni, dei truffatori, degli speculatori e degli imbonitori che giocano allo sfascio per passare all’incasso. La vicenda delle mascherine che ci racconta fornendo anche le prove della trattativa e del prezzo al nudo dei ricarichi (da cinque a 45 centesimi di euro al pezzo) dimostra come si può lucrare sulle disgrazie altrui. C’è per fortuna un rovescio della medaglia e si vede nel senso di responsabilità delle persone che si impegnano per gli altri, contrastando egoismi e ignoranza. Mettono in quarantena, come lei, i fornitori di paura, si offrono come volontari al 112, tengono lezioni online, accudiscono bambini e anziani. Sursum corda, allora. Il coraggio e l’orgoglio degli imprenditori che non si arrendono è una buona notizia.