Salone rinviato: è già battaglia sui prezzi degli alberghi
Gli albergatori: Sala ha annunciato le date sui social, molti hanno bloccato camere a tariffe non ritoccate Furiosi i clienti «respinti»: usano scuse, li denunciamo
Il rinvio del Salone del Mobile a giugno spiazza gli albergatori e i clienti. Salgono i prezzi per le camere d’hotel per la Design week «estiva» e chi aveva già prenotato una stanza in quelle date si vede cancellare la prenotazione con una scusa. Spiega Maurizio Naro, alla testa dell’associazione degli albergatori di Confcommercio: «Annullare le prenotazioni già accettate è scorretto, ma le strutture hanno costi fissi molto alti».
«Per fessa non mi prendono. Domani (oggi per chi legge) presento denuncia». Roberta Silingardi, manager tutt’altro che sprovveduta, appena il sindaco Beppe Sala ha annunciato sui social network il rinvio del Salone del mobile ha subito prenotato quattro camere per le nuove date, in un hotel vicino alla stazione Centrale. Il portale online ha accettato la prenotazione. Peccato che l’ignaro albergatore, ancora all’oscuro della fiera posticipata a giugno, non avesse ritoccato verso l’alto i prezzi. In sostanza la signora credeva di aver fatto l’affare, ma aveva fatto i conti senza l’oste. «Il giorno dopo — racconta — è arrivato un messaggio dall’hotel: diceva che la mia carta di credito non era valida e dunque la prenotazione veniva annullata. Vivo a Milano, avevo fissato le stanze per alcuni clienti. Mi sono presentata in albergo di persona, perché naturalmente la mia carta è valida eccome. Ormai però gli albergatori avevano cambiato i prezzi, da 104 euro a 390 euro, e a nulla sono valse le mie proteste. Non hanno accettato una nuova prenotazione al costo precedente. È come se avessi perso 1.150 euro e nessuno me li rimborsa». Nemmeno Booking.com, «cui l’albergo ha dichiarato una fantomatica transazione impossibile», protesta.
Non è un caso isolato. Sono arrivate altre lettere di questo tenore al Corriere della sera ed è bastato fare una ventina di chiamate agli hotel per capire che la «strategia» è stata utilizzata da diversi. «L’annuncio via social prima che agli operatori ha spiazzato. È come se fosse stata data una notizia sensibile a borsa aperta, o come se qualcuno avesse fatto una specie di insider trading — è furioso un albergatore che chiede di restare anonimo, con struttura dietro al Duomo —. Abbiamo avuto una ondata di prenotazioni a prezzi molto bassi non solo dai privati ma anche dalle agenzie. E noi cosa dovevamo fare, stare con le mani in mano?».
Spiega Maurizio Naro, alla testa dell’associazione di categoria di Confcommercio: «Annullare prenotazioni già accettate perché avevano il prezzo sbagliato è scorretto, ma le strutture hanno costi fissi molto alti e 30 mila persone cui devono preservare il lavoro. Il settore è in ginocchio per l’emergenza legata al coronavirus, perdiamo 3,5 milioni al giorno, il tasso di occupazione è crollato dall’85 per cento al 10 — dice Naro —. Come d’accordo con il sindaco stiamo cercando di dare una prelazione per giugno a chi aveva prenotato per aprile e di tenere i prezzi in linea con l’anno scorso e non superiori».
Diego Novarino del 5 stelle hotel Viu è riuscito per un pelo a chiudere la disponibilità di camere dal 16 al 21 giugno «per rivedere le tariffe», mentre Andrea Pallavicini di Hyatt Centric racconta: «In molti non hanno fatto in tempo a modificare i prezzi, così il settore ci rimette». Nel caso degli host, «Airbnb ha permesso la cancellazione senza penali per quelle date di giugno, ma è una magra consolazione», fa sapere ancora Chantal Acchinardi.
Claudia Emiltri, che gestisce decine di alloggi con il sito autonomo Lovelyloft.it e altri portali, è caustica: «È un bagno di sangue, vediamo solo disdette e di certo non potremo permetterci di tenere i prezzi bassi durante il Salone, viste le perdite che stiamo subendo. I prezzi li farà il mercato, come è giusto che sia».