Corriere della Sera (Milano)

ERRORI E RAFFICHE DI VENTO AFFOSSANO L’IMPIANTO INDOOR

- Con i film muti Matteo Pavesi direttore Cineteca Milano Giovanni Mauri A.P. Iolanda D’Angelo

Abbiamo avviato lo streaming del nostro archivio storico dei Film a fine anno e, in questa settimana di emergenza sanitaria, siamo passati da 300 a 18.979 iscritti, con visite quotidiane di oltre 60.000 persone. Un successo clamoroso per una piattaform­a che propone materiali d’archivio di 100 anni fa muti.

Il lavoro di rilascio di questi materiali è un modo per garantire l’accesso a un valore storico di grandissim­a portata e va di pari passo al lavoro che facciamo sui libri e le fotografie conservati presso i nostri archivi. In Italia non esiste un archivio film di rilevanza storica paragonabi­le al nostro. Competiamo con Londra, Parigi, Mosca o il MoMa di New York, ma se dobbiamo sviluppare una piattaform­a di utilizzo pubblico gratuito dobbiamo muoverci con le nostre risorse private, che sono limitate. Oggi dobbiamo allargare le memorie e cambiare server rapidament­e e lo faremo subito, ma il risultato più importante che la Cineteca di Milano raccoglie è che, dopo tanti anni di attività, il cinema, anche quello più lontano nel tempo, quello muto con le

Caro Schiavi, questa è una storia brutta da raccontare e purtroppo è anche una vergogna. Mercoledì scorso, con un forte vento su Milano, l’impianto indoor del campo XXV Aprile ha letteralme­nte perso i pezzi. Si tratta di un impianto ristruttur­ato, ultimato ma non consegnato all’attività sportiva, con una controvers­ia legale in atto con l’azienda che lo ha costruito. Si può dire che è l’ultimo capitolo di una situazione si trascina da anni e non vede sicure vie di uscita. Un po’ di storia: l’impianto indoor fa parte di un percorso iniziato nel 2011 che ha visto in Milano Sport e in Coni Servizi i principali protagonis­ti. Coni Servizi ha espresso il progettist­a dell’opera e direttore dei lavori, Milano Sport il resto. Gli errori commessi sono stati tanti. Andiamo con ordine: la struttura/contenitor­e dell’indoor è completame­nte inadeguata (e già lo segnalammo). È assurdo prevedere una sala muscolazio­ne al primo piano (dimostra la più completa ignoranza delle norme basilari e delle esigenze del nostro sport). Poi: stavano per dimenticar­e, in fase di posa del manto, le cassette di lungo, triplo e asta, i corpi illuminant­i a ridosso del salto con l’asta; erano state dimenticat­e le protezioni imbottite alla fine del rettilineo di sprint e ostacoli; erano previste travi di cemento armato sotto la sabbia del didascalie, è orfano di diritti, per cui più libero di circolare. È diventato un vaccino indispensa­bile per alzarci alla mattina e sorridere al mondo.

Milano-Piacenza

Treno Milano-Piacenza da lungo. A mia precisa domanda su come potevamo spostare i sacconi dell’asta, il progettist­a mi rispondeva: a mano (ignorando l’esistenza dei verricelli elettrici). Gli errori sono stati infiniti: i gradini della tribuna fuori norma, la casa del custode/segreteria non utilizzabi­le perche non erano stati collegati gli scarichi… È triste pensare che opere pubbliche (realizzate con i soldi di tutti noi) necessarie per fare sport (ed essere con società e allenatori una grande agenzia educativa e sociale) vengano trattate così. Infine il vento che ha danneggiat­o la struttura è stato la ciliegina sulla torta…

Caro Mauri, chissà perché gli sport olimpici li abbiamo sempre maltrattat­i. Milano non brilla per attenzione e impianti, nonostante la passione dei suoi atleti. L’Arena è messa male, il Giuriati sconta un lungo disinteres­se, l’Idroscalo, unico bacino omologato per gare di livello internazio­nale, dopo una miracolosa ripresa è di nuovo nella bagarre. Lei scrive amareggiat­o, da presidente Fidal Lombardia, a nuora perché suocera intenda. Il Comune batta un colpo, allora: in quanto tempo si potrà riavviare l’impianto indoor a fianco della mitica pista appena sotto il Monte Stella?

Diffidenza in carrozza

Lambrate. All’atto di prendere posto, i passeggeri si accorgono che è seduta sola soletta una ragazza con la mascherina. Passano oltre e si siedono dove sono già sedute altre persone, in modo che gli otto sedili di una medesima riga sono pieni zeppi, mentre di quelli in cui è seduta la mascherino-portatrice ne rimangono vuoti sette. Che conclusion­e si può trarre? Meglio evitare la ragazza. Ecco a cosa può portare l’atmosfera di allerta sanitaria e di odiosa diffidenza che viviamo.

Parco Solari

Tutti i giorni, soprattutt­o verso la fine della mattina, al parco Solari accade un evento che siamo in molti ad apprezzare moltissimo: un signore, non più giovanissi­mo, ci allieta con la sua bella voce e la sua chitarra, cantando le più belle canzoni che ci hanno accompagna­to nella nostra vita. Vorrei ringraziar­e questo signore per la grande gioia che tutti i giorni ci regala.

Un regalo in musica

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