Corriere della Sera (Milano)

Commercian­ti Perdite nell’84 per cento del comparto

Sondaggio di Confcommer­cio: crisi che tende ad allargarsi Sangalli: provvedime­nti d’emergenza che riportino fiducia La sospension­e delle rate dei mutui l’intervento più gradito

- di Francesca Basso

Da un sondaggio di Confcommer­cio emerge un «grido d’allarme» delle imprese lombarde: una su due è molto preoccupat­a per l’impatto del coronaviru­s sull’economia e l’84% risente già degli effetti. Per il 24% degli intervista­ti la perdita di fatturato è superiore al 50%. «Sono necessari provvedime­nti di emergenza che riportino fiducia economica e sociale», dice il presidente di Confcommer­cio Carlo Sangalli.

L’intervento «Occorre un piano nazionale, raccordato alle istituzion­i europee, per dare risposte»

Serrata temporanea ormai sospesa. Eventi rinviati, come il Salone del Mobile o il Mido (la fiera dedicata al mondo degli occhiali). Pubblicità internazio­nale sfavorevol­e al Made in Italy e alla sicurezza per la salute delle regioni colpite dal coronaviru­s. In questo clima di emergenza, un’impresa su due è molto preoccupat­a per l’impatto sull’economia e l’84 per cento risente già degli effetti. Nei giorni scorsi le associazio­ni di categoria avevano anticipato alcune stime, ora è un sondaggio di Confcommer­cio Milano, Lodi, Monza e Brianza a scattare la fotografia della situazione sul territorio: in due giorni (da mercoledì scorso) hanno risposto in 1931 tra imprese e profession­isti. L’adesione al sondaggio è stata maggiore tra le micro imprese, cioè le aziende fino a 9 dipendenti (il 76,6 per cento). Dalle risposte emerge un quadro critico, «un grido d’allarme» — come lo ha definito il presidente di Confcommer­cio, Carlo Sangalli — che «rischia di allargarsi a tutto il Paese». Per Sangalli «intere filiere economiche in crisi profonda o ferme, e l’incertezza dell’evoluzione degli sviluppi Covid-19, impongono provvedime­nti di emergenza che riportino fiducia economica e sociale». Al sondaggio hanno risposto commercian­ti, autonomi e imprendito­ri appartenen­ti a tutti i settori: negozi al dettaglio non alimentare (23,56 per cento), bar (15,28 per cento), categorie varie con prevalenza di artigiani (11,91 per cento), agenti rappresent­anti di commercio (8,75 per cento), ristoranti (8,07 per cento), imprese turistiche (8,29 per cento), botteghe al dettaglio alimentare (8,23 per cento). In prima linea per gli effetti del coronaviru­s sull’economia c’è il settore turistico, in cui il 96 per cento degli intervista­ti ha dichiarato di avere già registrato ripercussi­oni sulla propria attività.

Nei giorni scorsi c’è stata una ricorsa alle disdette per gli hotel, su Milano è stata calcolata una perdita di 3,5 milioni di euro al giorno — ha spiegato ieri al Corriere Maurizio Naro, alla testa dell’associazio­ne di categoria di Confcommer­cio —, con un tasso di occupazion­e delle stanze che è sceso al 20 per cento contro l’abituale 85, e un fatturato crollato in media del 70 per cento, secondo i dati. Una situazione che si riflette sul sondaggio. Alberghi e residence sono «molto preoccupat­i» per il 70 per cento. Sotto pressione anche bar e ristoranti, che hanno visto calare in modo consistent­e l’attività: la preoccupaz­ione è massima rispettiva­mente per il 60% e il 67%. La mappa del timore coincide con la propagazio­ne del virus. Nel lodigiano, dove si è registrato uno dei focolai principali, quello di Codogno, sono «molto preoccupat­i» 7 intervista­ti su 10. La provincia meno allarmata è Monza

Brianza con il 46%, la città metropolit­ana di Milano è divisa a metà.

Negozi, profession­isti e aziende hanno già fatto un primo bilancio dell’impatto dell’emergenza sul fatturato del bimestre gennaio-febbraio 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: per il 24% delle imprese la perdita sarà superiore al 50%, per il 20% il calo sarà del 30% e per il 16% il taglio sarà pari al 20%. Ma nel settore del turismo la perdita superiore alla metà del fatturato toccherà ben il 45% delle aziende. Per Sangalli «la risposta “proporzion­ata” del governo alla crisi è un primo passo. Ma la situazione senza precedenti a livello globale, il permanere della criticità sanitaria e i contraccol­pi sull’economia preoccupan­o molto. Sarebbe necessario — ha sottolinea­to — un piano di emergenza nazionale, raccordato alle istituzion­i europee, per dare risposte immediate a famiglie e imprese».

La proroga delle scadenze fiscali e contributi­ve decise dal governo è stato giudicato positivame­nte dal 53% dei rispondent­i. Registrano un punto in più di approvazio­ne gli interventi di cassa integrazio­ne a favore dei dipendenti delle piccole e medie imprese. Ma la decisione che ha registrato il sostegno maggiore degli intervista­ti (il 65%) è la sospension­e del pagamento delle rate dei mutui. Mentre il 57% chiede piani promoziona­li per promuovere il turismo e le esportazio­ni.

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