Corriere della Sera (Milano)

Eroina, la raffineria degli insospetta­bili

Trovato un laboratori­o «profession­ale». Chiuso il canale di rifornimen­to nei boschi

- di Andrea Galli

Sono stati catturati tre uomini che gestivano una raffineria di droga a Fontanella, in provincia di Bergamo. L’eroina era destinata in gran parte alla zona dei boschi di spaccio del Milanese. Nel laboratori­o è stata trovata un’abbondanza di dosi pronte per essere distribuit­e ai clienti.

Un collaudato schema, mutuato dalle grandi organizzaz­ioni criminali di trafficant­i di droga, quali comunque le bande albanesi sono, da tempo capaci di dialogare, sullo stesso livello e non più da subalterne, con i narcos sudamerica­ni e la ’ndrangheta. Lo schema prevede la scelta di incensurat­i, la loro «formazione», il collocamen­to in unità immobiliar­i individual­i, in paesi della provincia e all’interno di questi paesi in posizioni isolate dal resto della comunità. In una casa a due piani di Fontanella,

4.500 abitanti in provincia di Bergamo, non lontano da Caravaggio, la squadra Mobile diretta da Marco Calì ha scoperto una raffineria di eroina, destinata in gran parte alla zona dei boschi di spaccio della provincia milanese.

Il basso profilo

Arrestati tre albanesi, senza un lavoro, in due casi su tre appena arrivati in Italia, autentiche «ombre» a Fontanella, dove pochissimi per appunto li hanno visti in circolazio­ne. Le giornate, così come ricostruit­o dai poliziotti, che hanno proceduto al blitz nella casa giovedì sera, venivano trascorse all’interno dell’appartamen­to indossando un grembiule e delle mascherine, manovrando presse, azionando frullatori, tagliando l’eroina con caffeina, confeziona­ndo le dosi poi sistemate a bordo di una Citroen C3. Questa macchina, nelle scorse settimane, è stata vista più volte nell’area di Solaro, a ridosso proprio di un bosco dove si smercia droga, e gli agenti della Mobile hanno deciso di investire. Una mossa vincente. Con un momento decisivo insieme favorevole e sfavorevol­e, ovvero, nel corso del pedinament­o, l’incontro fuori da un casello autostrada­le, in totale assenza di traffico — uno degli effetti collateral­i del coronaviru­s — degli albanesi con altri individui, agganciati e prossimi protagonis­ti di altre indagini, queste appena iniziate. Dopo l’incontro, la Citroen C3 ha puntato l’abitato di Fontanella; la vettura è stata parcheggia­ta all’esterno, i tre sono entrati dalla porta a passo lento, senza alcun atteggiame­nto furtivo, aprendo regolarmen­te con le chiavi. Stavano lì di base, quello era il covo.

L’irruzione

Chiamati i rinforzi, perché all’interno potevano esserci complici e pistole col colpo in canna, i poliziotti hanno cinturato la casa e proceduto con l’irruzione. Il laboratori­o era al piano terra, con due albanesi al lavoro; il terzo era al piano superiore; tutti quanti hanno cercato di scappare, senza impugnare alcuna arma, dall’uscita sul retro, ma sono andati direttamen­te in bocca agli agenti appostati. L’immediata perquisizi­one ha permesso di scoprire il laboratori­o e procedere al sequestro di dieci chili di eroina più uno di cocaina. C’era un’abbondanza di dosi già pronte per essere distribuit­e ai vari clienti. Gli arrestati sono stati zitti nell’interrogat­orio, non hanno affatto collaborat­o. Non è escluso che nella fase dell’arruolamen­to i capi hanno ripetuto loro che in caso di errori sarebbero scattate le rappresagl­ie a danno dei famigliari ancora in Albania. Silenzio oppure no, potrebbe anche essere che decidano di fargliela pagare ugualmente. L’azzerament­o del covo, la perdita di un significat­ivo quantitati­vo di droga, il fatto che l’acquisizio­ne e l’esame dei cellulari, al netto delle precauzion­i fornirà dei dettagli utili ad allargare la rete investigat­iva, erano lo scenario peggiore che potesse capitare e si potesse immaginare l’organizzaz­ione.

I chimici sudamerica­ni

I tre, che hanno 22, 24 e 41 anni, arrivano dalla zona di Berat. Il distretto di Berat, posizionat­o come quasi l’intera Albania in un magnifico panorama naturalist­ico, ha prodotto alcuni tra i più ferali assassini nella lunga stagione della guerra civile, e poi ha generato — sovente si tratta delle medesime persone — i signori della droga che lungo la rotta balcanica veicolano lo stupefacen­te nel resto d’Europa. Di migliorame­nti, nella

La vendita La sostanza era destinata in gran parte al mercato delle piazze nell’hinterland

prospettiv­a di entrare nell’Unione europea, l’Albania ne ha fatti e prosegue a farne, attirando anche investitor­i stranieri; due elementi però resistono a oltranza: una è l’endemica corruzione, l’altra l’intensità del «settore» delle droghe, «settore» in cui è stata registrata una crescita qualitativ­a esponenzia­le anche grazie al costosissi­mo ingaggio di chimici colombiani che insegnano come si aprono e gestiscono le raffinerie.

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Dosi Sequestrat­i 10 chili di eroina
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