Corriere della Sera (Milano)

Medici di base in trincea «Superlavor­o e triage ma servono protocolli»

L’appello: dateci indicazion­i e attrezzatu­re

- di Sara Bettoni

Sono quasi le otto di sabato sera e la luce dell’ambulatori­o del dottor Irven Mussi in via Palmanova è accesa. Le visite sono ancora in corso. «E anche domani (oggi, ndr) ho dato appuntamen­to a tre pazienti. Hanno le difese immunitari­e basse, devo proteggerl­i». I medici di base hanno dovuto rivedere l’organizzaz­ione degli studi, a causa dell’epidemia di coronaviru­s. Si va in ambulatori­o solo dopo aver concordato col dottore data e ora, «anche in caso di urgenze». Niente folla nelle sale d’aspetto, per evitare la possibilit­à di contagi e tutelare soprattutt­o gli anziani e i malati cronici, ai quali il nuovo virus potrebbe creare seri problemi.

«Facciamo un triage telefonico per i casi gravi — racconta Mussi —, rimandiamo le visite rimandabil­i, con i colleghi di studio programmia­mo gli appuntamen­ti in modo da non lasciare troppi pazienti insieme in sala d’aspetto. Se i pronto soccorso in questi giorni sono vuoti è merito nostro, che facciamo da filtro». Lamenta però la mancanza di mascherine e dispositiv­i sanitari che possano proteggere i medici di famiglia dal contagio di Covid-19. «Sono state distribuit­e nelle “zone rosse” e alle guardie mediche, a noi non ancora e sono introvabil­i. Ne avevo ordinate alcune su

Internet, ma il pacco ora è disperso e chissà se arriverà. Senza protezioni rischiamo di diventare bombe biologiche. E se “saltiamo” noi, che siamo il primo riferiment­o per i cittadini, salta tutto». Già oggi, dice, alcuni medici di base nell’Ats di Milano sono in quarantena. «Ricordiamo che nel frattempo continua anche l’influenza. Dobbiamo poter visitare le persone, capire che cosa hanno. Come facciamo senza mascherine, guanti, camici usa e getta?».

Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici milanese, rimarca la necessità di queste protezioni per i suoi colleghi. «Siamo imbufaliti. Non è ancora arrivato niente. Io sono riuscito a trovare una mascherina per miracolo in un negozio di antinfortu­nistica». Ricorda che nei primi giorni di diffusione del virus «siamo stati tempestati dalle chiamate, i cittadini volevano indicazion­i, non sapevano cosa fare». Le linee guida elaborate dall’Ats di Milano per i medici di famiglia prevedono la possibilit­à di rinnovo delle ricette senza passare dagli ambulatori. «Il paziente chiama il dottore e si fa comunicare il codice per ottenere il medicinale dal farmacista — spiega Rossi —. A mio avviso si potrebbe abolire anche questo passaggio, per venire incontro agli anziani». Non è l’unico appunto che fa alla gestione dell’emergenza. «Sono mancati protocolli e indicazion­i univoche».

 Tutele Noi medici di base facciamo da filtro, ma abbiamo bisogno di mascherine per proteggerc­i dal rischio di contagio

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Presidente Roberto C. Rossi

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