Cade dal carroponte, muore operaio di una zincheria «Sul lavoro è strage»
Bellusco, i colleghi: in fabbrica era un riferimento
MONZA Un piede su una lastra di plexiglass, che non ha retto il suo peso, e lo ha fatto precipitare nel vuoto, all’interno di un forno industriale spento. È morto così, alle cinque del mattino di ieri, Diouf Saliou, 44 anni, da oltre venti impiegato come operaio alla Zincol Lombarda di Bellusco, l’azienda dove era diventato un punto di riferimento per tutti i lavoratori della la fabbrica, e dove si era candidato a diventare rappresentante sindacale per la Fiom Cgil.
L’azienda brianzola si occupa di lavorazione e di finiture metalliche. Secondo una prima ricostruzione, effettuata dai carabinieri di Vimercate e da personale dell’Ats, Saliou stava curando la manutenzione di uno dei forni dell’impianto. La caduta, che non gli ha dato scampo, è avvenuta mentre si trovava su un carroponte, sospeso a poco meno di una quindicina di metri di altezza. Una tragedia che si è compiuta in pochi istanti, davanti ai colleghi attoniti, che non hanno potuto fare nulla per evitarla. Del fatto è stata data notizia anche alla procura di Monza. La prima ipotesi formulata dagli inquirenti, in attesa però che vengano completati gli accertamenti del caso, è che la tragedia sia stata causata da un gesto imprudente dell’operaio, che gli è stato fatale. Circostanza che, se fosse confermata, renderebbe certamente la vicenda ancora più triste e beffarda, visto che di Saliou, in azienda, tutti ricordano la sensibilità verso il tema delle condizioni di vita e di sicurezza in fabbrica. La «sua» fabbrica, la zincheria di Bellusco. Luogo dove era entrato giovane e dove era cresciuto sia come lavoratore, che come uomo.
La sua è una storia di immigrazione a lieto fine. Senegalese di origine, viveva a Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo. Era sposato, padre di tre figli e, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni, era diventato anche un riferimento per tutta la comunità di immigrati senegalesi della provincia bergamasca. Dai social network emerge che proveniva da Diourbel, città dell’entroterra a circa 150 chilometri da Dakar, la capitale del Senegal, e che aveva frequentato una prestigiosa scuola per fioristi a Parigi. Nelle foto lo si vede sorridente, in posa con la sua stazza non indifferente. Insieme ad alcuni amici, o in fabbrica, con il casco giallo in testa.
Grande lo sgomento tra i colleghi. Anche l’amministrazione comunale di Bellusco, attraverso un post su Facebook, ha voluto manifestare «solidarietà e vicinanza ai familiari» dell’uomo.
Immediata la presa di posizione e il ricordo da parte delle organizzazioni sindacali. Adriana Geppert, segretaria e responsabile della Salute e sicurezza della Fiom Cgil Brianza, ha ricordato l’attenzione di Saliou «ai valori del sindacato e alla giustizia sui luoghi di lavoro». Convinzioni che l’avevano portato a candidarsi nella lista della Fiom alle prossime elezioni del 13 marzo per la Rsu e come rappresentante dei lavoratori alla sicurezza.
Nel corso del 2019, la Lombardia ha pagato un prezzo altissimo nella tragica conta delle vittime del lavoro, con oltre cento decessi. «Non ci sono parole per commentare quanto accaduto — ha affermato Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza —. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale. Non si può non affrontare questo tema con la giusta importanza che deve avere. Quello che sta avvenendo nei luoghi di lavoro è una vera e propria strage, la dobbiamo chiamare proprio così, non ci sono altre parole».
Immigrato L’uomo, originario del Senegal, era stato assunto dall’azienda vent’anni fa