La rete dell’innovazione: screening su tutti i milanesi
Ricercatori, investitori, startupper e scienziati dei dati: «Il ministero autorizzi i test al centro Santagostino Screening per supportare le scelte dei decisori politici»
Un piano di tamponi a tappeto per i cittadini milanesi come antidoto a una crisi destinata a durare mesi e che potrebbe imporre ai decisori politici scelte ancora più drastiche di quelle messe in campo finora. «Il nostro è un grido in cerca di una bocca» spiega Francesco Inguscio, fondatore dell’incubatore di imprese Nuvolab nonché uno dei 120 civil servant dell’innovazione che si sono riuniti contro l’emergenza Covid-19. L’idea è supportare la proposta di Luciano Balbo, investitore e fondatore del Centro medico Santagostino, rete di ambulatori privata, con 12 sedi in città. «È necessario aiutare il settore pubblico a prendere decisioni difficili con maggior tempismo — spiega Balbo —. Aumentare i tamponi su un campione rappresentativo dell’intera popolazione milanese è una proposta che crediamo utile presentare all’Istituto superiore di sanità e al Ministero della Salute senza alcuna polemica. Decentralizzare i test è una soluzione che metterebbe in migliori condizioni per capire l’evoluzione del virus, soprattutto al fine di attuare misure pesanti come la chiusura di una Regione, la Lombardia, che da sola vale il 25 per cento del Pil nazionale. Noi siamo pronti a offrire i nostri laboratori, senza rincarare in nessun modo rispetto al costo del tampone».
Lo screening della popolazione milanese è la capofila delle iniziative proposte dalla rete di innovatori, un gruppo di fondatori di startup digitali, venture capitalist, data scientist e ricercatori di realtà d’eccellenza come Mit (l’istituto di tecnologia del Massachusetts) e Cern (l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare). Tutto è iniziato tramite una chat di Whatsapp di esperti del settore, come molte altre in questi giorni monopolizzata dal coronavirus. «Ci siamo chiesti cosa potessimo fare con le nostre competenze tecnologiche tra sistemi di raccolta dati a fini divulgativi e iniziative di sostegno economico». I primi passi sono stati creare l’aggregatore Covidtrends.com con dati verificati sulla diffusione del virus con Mamacrowd (Dario Giudici e Maurizio De Gregorio) e lanciare la campagna di raccolta fondi online per la Protenaso, zione civile Iorestoacasa.com con Claudio Bedino di Starteed. Due realtà impegnate nel crowdfunding. «Servono strumenti predittivi per aiutare chi prende decisioni — insiste Inguscio —, per valutare i posti letto disponibili in tempo reale all’aumentare di mortalità e ricoveri nelle terapie intensive ogni giorno sempre più in emergenza».
La procedura del tampone, in sé è elementare e consiste in un cotton fioc infilato nel
ma è impegnativa a livello di laboratorio oltre che costosa (circa 30 euro a tampone). «In Italia le indicazioni dell’Oms sui tamponi sono state interpretate in due maniere. All’inizio monitorando tutta la rete in contatto con i pazienti contagiati. Poi controllando soltanto chi aveva una sintomatologia già acclarata — spiega Balbo —. E se all’inizio i nostri casi erano maggiori per i tanti tamponi effettuati, come si è detto e scritto, oggi vale il contrario. Meno tamponi fatti diminuiscono il denominatore rispetto ai decessi, aumentando il tasso di mortalità, in Italia altissimo rispetto agli altri Paesi del mondo. Così, inoltre, resta fuori tutta la popolazione asintomatica, per esempio i giovani, oggi i nostri “grandi untori”, proprio perché più resistenti. Lo screening potrebbe avvenire su base volontaria come accaduto a Vo’ Euganeo (il «focolaio» veneto) o in Corea del Sud, dove hanno fatto 140mila test rispetto ai circa 30-40 mila italiani. La scelta di accentrare sul settore pubblico la raccolta era dovuta al controllo di dati sensibili per scongiurare effetti panico nefasti». Operativamente, si tratta di selezionare ambulatori privati e punti di raccolta dove istituire triage da pronto soccorso con la Regione, fissando un campione rappresentativo di età e di quartiere, lasciando però la proprietà dei dati interamente al Pirellone. «Bisogna offrire maggiori supporti scientifici alle decisioni dei politici — conclude Balbo —. È il momento del coraggio: serve una voce più forte degli industriali di Assolombarda, delle università e anche del sindaco Giuseppe Sala. Prendere decisioni in anticipo è certamente più rischioso ma oggi come mai rappresenta un’opportunità di coesione sociale».