Circolino e anziani colpiti Ora Bresso ha paura
Già tre decessi nel comune con la maggiore densità abitativa regionale. Molti dei pazienti sono in gravi condizioni. Il sindaco ai cittadini: non uscite
Il primo allarme risale a venerdì 28 febbraio. Sono le 9 del mattino. Simone Cairo, sindaco di Bresso, appena arrivato in ufficio sente un suo collaboratore dire: «Hanno chiuso il circolo Libertas per malattia». Tutti i baristi a casa in un unico momento: troppo strano. Stesso ufficio, ieri pomeriggio, pochi minuti dopo le 16: i dati dell’epidemia registrano 41 contagiati (più 3 rispetto al giorno prima) e almeno 3 decessi. Un bilancio già pauroso per il comune alle porte di Milano con la più alta densità abitativa lombarda: quasi otto abitanti per chilometro quadrato, e poco più di 26mila residenti in tutto. Lui, il sindaco, non nasconde l’enorme preoccupazione: «Altri comuni molto più grandi, hanno dati inferiori, e di parecchio. Il nostro territorio è molto simile a quello di Cinisello Balsamo, per esempio, ma lì hanno un decimo di positivi rispetto a Bresso. Il nostro caso fa scuola nello spiegare come il contagio sia devastante quando tocca fasce di cittadini deboli, anziani o immuno-depressi». Dobbiamo tornare a quel circolino, il Libertas di via Cavour, e alle caratteristiche demografiche del piccolo comune chiuso tra il Parco Nord e i quartieri settentrionali di Milano. Bresso costituisce un hinterland sostanzialmente residenziale, con un susseguirsi di condomini signorili. Un «paese dormitorio», lo considerano i più giovani che lamentano la scarsità di locali e aree di svago. «Una cittadina essenzialmente composta da colletti bianchi — la definisce lo stesso sindaco in un’accezione ovviamente meno neganon —, molti dei quali ormai pensionati». Il fulcro della socialità di questa fascia di popolazione anziana è proprio il centro ricreativo dove tutto è cominciato. «Quando mi hanno detto del bar chiuso erano i giorni di allarme conclamato come questi. Ma un sospetto è venuto, ed è stato grazie a un medico di base, che ha confermato di aver riscontrato nel giro di pochi giorni almeno due casi di poltiva monite molto simili, che abbiamo capito. Alla fine abbiamo compreso chi poteva essere il nostro paziente “uno”, un pensionato di Niguarda che frequentava il circolino come anche il secondo anziano, e dove, appunto, si era in aggiunta ammalato il personale dietro al bancone, anche se in questo caso potrebbe trattarsi di influenza ordinaria». Di lì a breve sono arrivate le conferme dalle autorità competenti di positività. Da allora il bilancio si è aggravato velocemente, con le tre vittime e più di 40 contagi, «molti dei quali in condizioni critiche». Di questi, «almeno tre quarti sono riconducibili al circolo anziani» conferma il sindaco. La macchina amministrativa si è mossa subito: «Abbiamo comunque emesso un’ordinanza di chiusura, ma lo stesso gestore ha avuto la sensibilità di abbassare le saracinesche; qui ci siamo resi conto subito che la situazione sarebbe esplosa». A Bresso, nell’estate 2018 (come peraltro nel 2014), era esploso il caso legionella, con 52 contagi. Anche allora ne avevano patito le conseguenze gli anziani e le persone con un fisico già debilitato. «Oggi abbiamo oltre 100 persone in quarantena e altre in isolamento volontario, abbiamo cercato di allertare la cittadinanza appena possibile». Ma alcuni residenti lamentano carenza di informazioni. «Nel mio palazzo c’è stato un decesso e nessuno ci ha detto che cosa fare», dice un cittadino che risiede con la madre anziana in un complesso di via San Giacomo, a meno di cento metri dal circolo Libertas.
Nel Comune il picco di ammalati. Il primo caso in un centro dove si ritrovano gli anziani