Corriere della Sera (Milano)

Circolino e anziani colpiti Ora Bresso ha paura

Già tre decessi nel comune con la maggiore densità abitativa regionale. Molti dei pazienti sono in gravi condizioni. Il sindaco ai cittadini: non uscite

- Di Federico Berni

Il primo allarme risale a venerdì 28 febbraio. Sono le 9 del mattino. Simone Cairo, sindaco di Bresso, appena arrivato in ufficio sente un suo collaborat­ore dire: «Hanno chiuso il circolo Libertas per malattia». Tutti i baristi a casa in un unico momento: troppo strano. Stesso ufficio, ieri pomeriggio, pochi minuti dopo le 16: i dati dell’epidemia registrano 41 contagiati (più 3 rispetto al giorno prima) e almeno 3 decessi. Un bilancio già pauroso per il comune alle porte di Milano con la più alta densità abitativa lombarda: quasi otto abitanti per chilometro quadrato, e poco più di 26mila residenti in tutto. Lui, il sindaco, non nasconde l’enorme preoccupaz­ione: «Altri comuni molto più grandi, hanno dati inferiori, e di parecchio. Il nostro territorio è molto simile a quello di Cinisello Balsamo, per esempio, ma lì hanno un decimo di positivi rispetto a Bresso. Il nostro caso fa scuola nello spiegare come il contagio sia devastante quando tocca fasce di cittadini deboli, anziani o immuno-depressi». Dobbiamo tornare a quel circolino, il Libertas di via Cavour, e alle caratteris­tiche demografic­he del piccolo comune chiuso tra il Parco Nord e i quartieri settentrio­nali di Milano. Bresso costituisc­e un hinterland sostanzial­mente residenzia­le, con un susseguirs­i di condomini signorili. Un «paese dormitorio», lo consideran­o i più giovani che lamentano la scarsità di locali e aree di svago. «Una cittadina essenzialm­ente composta da colletti bianchi — la definisce lo stesso sindaco in un’accezione ovviamente meno neganon —, molti dei quali ormai pensionati». Il fulcro della socialità di questa fascia di popolazion­e anziana è proprio il centro ricreativo dove tutto è cominciato. «Quando mi hanno detto del bar chiuso erano i giorni di allarme conclamato come questi. Ma un sospetto è venuto, ed è stato grazie a un medico di base, che ha confermato di aver riscontrat­o nel giro di pochi giorni almeno due casi di poltiva monite molto simili, che abbiamo capito. Alla fine abbiamo compreso chi poteva essere il nostro paziente “uno”, un pensionato di Niguarda che frequentav­a il circolino come anche il secondo anziano, e dove, appunto, si era in aggiunta ammalato il personale dietro al bancone, anche se in questo caso potrebbe trattarsi di influenza ordinaria». Di lì a breve sono arrivate le conferme dalle autorità competenti di positività. Da allora il bilancio si è aggravato velocement­e, con le tre vittime e più di 40 contagi, «molti dei quali in condizioni critiche». Di questi, «almeno tre quarti sono riconducib­ili al circolo anziani» conferma il sindaco. La macchina amministra­tiva si è mossa subito: «Abbiamo comunque emesso un’ordinanza di chiusura, ma lo stesso gestore ha avuto la sensibilit­à di abbassare le saracinesc­he; qui ci siamo resi conto subito che la situazione sarebbe esplosa». A Bresso, nell’estate 2018 (come peraltro nel 2014), era esploso il caso legionella, con 52 contagi. Anche allora ne avevano patito le conseguenz­e gli anziani e le persone con un fisico già debilitato. «Oggi abbiamo oltre 100 persone in quarantena e altre in isolamento volontario, abbiamo cercato di allertare la cittadinan­za appena possibile». Ma alcuni residenti lamentano carenza di informazio­ni. «Nel mio palazzo c’è stato un decesso e nessuno ci ha detto che cosa fare», dice un cittadino che risiede con la madre anziana in un complesso di via San Giacomo, a meno di cento metri dal circolo Libertas.

Nel Comune il picco di ammalati. Il primo caso in un centro dove si ritrovano gli anziani

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