Scuola a distanza, le pagelle (a due facce) degli studenti
C’è chi non ha un computer disponibile, anche perché in tante famiglie genitori e figli adesso lavorano e studiano da casa. E chi ha problemi con la rete wi-fi. Chi segnala che ogni professore utilizza una piattaforma diversa e così diventa complicato seguire le videolezioni. E chi riferisce che tanti docenti si limitano ad assegnare compiti. Gli studenti delle superiori danno i voti alla scuola a distanza dopo le prime due settimane ad aule chiuse per coronavirus. Dagli istituti della Lombardia in novemila rispondono a un questionario online lanciato dall’Unione degli studenti e alla domanda base, «ti piace?», clicca sul sì uno su due. «Vedono aspetti positivi e segnalano punti critici. Quattro su dieci dichiarano che stanno avendo problemi. Lamentano che non c’è chiarezza e che non c’è una gestione uniforme, che i docenti di una stessa classe utilizzano strumenti e piattaforme differenti», spiega Ludovico Di Muzio, fra gli universitari che hanno coordinato il sondaggio. «C’è però anche un 25% di ragazzi che sta seguendo da casa le lezioni di tutte le materie, percentuale per nulla scontata considerato che le scuole non erano preparate. In alcuni istituti i professori hanno organizzato collegamenti online già dai primi giorni». Gli studenti hanno compilato il questionario, inviato venerdì dopo due settimane di scuola a distanza, e hanno comunicato dubbi e osservazioni. Su verifiche e voti, sui programmi «da tagliare», sull’alternanza scuola lavoro. «Chiedono chiarezza sulla valutazione in forma telematica, sulla possibilità di recuperare le materie insufficienti al primo quadrimestre. Due su dieci hanno riferito di essere già stati valutati in queste giornate di scuola “online” e la maggioranza si è dichiarata contraria». Sono preoccupati gli studenti delle quinte che hanno la Maturità («per la modalità di svolgimento dell’esame e per i test d’ingresso all’università»). E da istituti professionali e tecnici, licei artistici e musicali arriva la richiesta di informazioni su laboratori e lavori di gruppo che non si possono recuperare a distanza. Gli studenti di Uds ieri hanno presentato i risultati dell’indagine alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. «Abbiamo chiesto che siano forniti a chi ne ha bisogno gli strumenti per accedere alle lezioni da casa ma non ci è stata data nessuna garanzia per l’acquisto di pc e tablet né per l’utilizzo di wi-fi. Segnaliamo che nel sondaggio un 12 per cento ha dichiarato che la scuola a distanza non è accessibile perché non tutti hanno gli stessi strumenti tecnologici e hanno la stessa accessibilità alla rete wifi». L’associazione degli studenti ieri ha anche proposto di formare in ogni scuola commissioni con docenti e studenti «per sviluppare insieme soluzioni nuove e accessibili a tutti gli studenti e i professori».
Le problematiche All’indice la gestione non uniforme delle piattaforme online da parte dei professori e la mancanza di strumenti