Lecco, focolaio nella Rsa: positivi 19 ospiti e 13 operatori
A Legnano in terapia intensiva infermiera di una casa di riposo. Il direttore: «Non ci fanno il tampone»
Un focolaio di coronavirus all’interno della Rsa Sacra Famiglia di Perledo. I casi di contagio sono 32, tredici dipendenti, due sono ricoverati all’ospedale Manzoni, e 19 ospiti della struttura, praticamente tutti gli anziani, tranne uno risultato negativo, di un intero reparto. Accade nel Lecchese dove la situazione più preoccupante riguarda proprio la casa di riposo dove lavorano circa 130 operatori e i posti letto, strutturati in base al grado di autosufficienza dei degenti, sono 115. Sarebbero risultati positivi al tampone anche due famigliari degli anziani ospiti. La Rsa ha già annunciato nuove assunzioni vista la carenza di personale dovuta alla necessità di effettuare la quarantena per chi è venuto in contatto con chi è risultato positivo al virus, ma la situazione è potenzialmente esplosiva. «Abbiamo isolarate il reparto e l’assistenza viene fornita seguendo tutte le prescrizioni del caso — rassicura il direttore amministrativo della Sacra Famiglia, Pierantonio Rizzi —. Gli anziani contagiati, tutti tra gli 80 e i 90 anni, sono in buone condizioni di salute. Per nessuno si è reso necessario il ricovero in ospedale. Al personale viene misurata la febbre in ingresso e in uscita, ci sono percorsi differenziati e stiamo applicando tutte le misure di sanificazione e prevenzione necessarie».
Situazione simile, anche se con numeri più contenuti, alla Rsa Sant’Erasmo di Legnano dove sono state trovate positive tre persone: due operatrici, di cui una oggi in terapia intensiva e una ospite di 94 anni, deceduta poco dopo il ricovero anche per patologie preesistenti. «Per quale motivo, nonostante le nostre reitetrici richieste, nessuno di noi tra operatori, medici e addetti è stato sottoposto a tampone? Sono giorni che mandiamo email ad Ats ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta». La denuncia del direttore geto nerale Livio Frigoli, che insieme al consiglio di amministrazione gestisce la fondazione: 125 anziani, molti dei quali non autosufficienti. «Abbiamo comunicato ad Ats 150 contatti con le due operae l’anziana ospite risultate positive. Spero che qualcuno ci chiami e dica quando verremo sottoposti al test. Tutti noi lavoreremmo con maggiore tranquillità», ha aggiunto Frigoli.
Da ultimo la situazione alla Rsd, residenza sanitaria assistenziale per disabili «Sansone» di Rozzano, dove si sono avuti due casi sospetti di Covid 19, uno dei quali ricoverato in ospedale. «Abbiamo agito per quanto la professione ci impone di fare non avendo avuto risposte dai numeri preposti all’emergenza e dagli enti che ci sono stati indicati. Nessuna polemica, chiediamo solo di avere un protocollo unico che possa tutelare gli ospiti e gli operatori», la richiesta della responsabile sanitaria Valentina Ciocchini.