Corriere della Sera (Milano)

Lecco, focolaio nella Rsa: positivi 19 ospiti e 13 operatori

A Legnano in terapia intensiva infermiera di una casa di riposo. Il direttore: «Non ci fanno il tampone»

- Barbara Gerosa Francesco Sanfilippo

Un focolaio di coronaviru­s all’interno della Rsa Sacra Famiglia di Perledo. I casi di contagio sono 32, tredici dipendenti, due sono ricoverati all’ospedale Manzoni, e 19 ospiti della struttura, praticamen­te tutti gli anziani, tranne uno risultato negativo, di un intero reparto. Accade nel Lecchese dove la situazione più preoccupan­te riguarda proprio la casa di riposo dove lavorano circa 130 operatori e i posti letto, strutturat­i in base al grado di autosuffic­ienza dei degenti, sono 115. Sarebbero risultati positivi al tampone anche due famigliari degli anziani ospiti. La Rsa ha già annunciato nuove assunzioni vista la carenza di personale dovuta alla necessità di effettuare la quarantena per chi è venuto in contatto con chi è risultato positivo al virus, ma la situazione è potenzialm­ente esplosiva. «Abbiamo isolarate il reparto e l’assistenza viene fornita seguendo tutte le prescrizio­ni del caso — rassicura il direttore amministra­tivo della Sacra Famiglia, Pierantoni­o Rizzi —. Gli anziani contagiati, tutti tra gli 80 e i 90 anni, sono in buone condizioni di salute. Per nessuno si è reso necessario il ricovero in ospedale. Al personale viene misurata la febbre in ingresso e in uscita, ci sono percorsi differenzi­ati e stiamo applicando tutte le misure di sanificazi­one e prevenzion­e necessarie».

Situazione simile, anche se con numeri più contenuti, alla Rsa Sant’Erasmo di Legnano dove sono state trovate positive tre persone: due operatrici, di cui una oggi in terapia intensiva e una ospite di 94 anni, deceduta poco dopo il ricovero anche per patologie preesisten­ti. «Per quale motivo, nonostante le nostre reitetrici richieste, nessuno di noi tra operatori, medici e addetti è stato sottoposto a tampone? Sono giorni che mandiamo email ad Ats ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta». La denuncia del direttore geto nerale Livio Frigoli, che insieme al consiglio di amministra­zione gestisce la fondazione: 125 anziani, molti dei quali non autosuffic­ienti. «Abbiamo comunicato ad Ats 150 contatti con le due operae l’anziana ospite risultate positive. Spero che qualcuno ci chiami e dica quando verremo sottoposti al test. Tutti noi lavoreremm­o con maggiore tranquilli­tà», ha aggiunto Frigoli.

Da ultimo la situazione alla Rsd, residenza sanitaria assistenzi­ale per disabili «Sansone» di Rozzano, dove si sono avuti due casi sospetti di Covid 19, uno dei quali ricoverato in ospedale. «Abbiamo agito per quanto la profession­e ci impone di fare non avendo avuto risposte dai numeri preposti all’emergenza e dagli enti che ci sono stati indicati. Nessuna polemica, chiediamo solo di avere un protocollo unico che possa tutelare gli ospiti e gli operatori», la richiesta della responsabi­le sanitaria Valentina Ciocchini.

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