Corriere della Sera (Milano)

Contratti sospesi e lavoro nero: il rebus delle badanti

La manager affetta da tumore: temo di star male e di non trovare più un posto in terapia intensiva L’ex vigilessa: maggiori verifiche su chi esce di casa

- di Stefania Chiale

In un settore che su 2 milioni di lavoratori (colf, badanti e baby sitter) ne conta solo 800 mila in regola, e dove ancora si può licenziare senza motivazion­e, l’emergenza coronaviru­s sta causando licenziame­nti a valanga e aumento del lavoro in nero. «Il governo non ha previsto nessun ammortizza­tore sociale», denuncia Andrea Zini, vicepresid­ente di Assindatco­lf, che chiede con forza la cassa integrazio­ne in deroga.

«#restate a casa. Salvi la tua vita e la mia. Noi malati di cancro rispettiam­o la vita, voi rispettate la nostra salute». È il messaggio di una volontaria milanese, da ieri sui social network. «Da sette anni vivo con un tumore al polmone e il mio appello non può essere che questo: vi chiediamo di essere prudenti, di accettate le restrizion­i con un sorriso sulle labbra, rimanete in casa e scegliete la vita». Spiega che ha deciso di scrivere dopo aver sentito i medici dai reparti di Terapia intensiva «costretti a scegliere a chi salvare la vita» e dopo aver visto le immagini dell’ultimo fine settimana «con le famiglie nei parchi, le persone ammassate alla stazione Garibaldi in fuga dalla zona rossa»: «Più andiamo in giro con menefreghi­smo, più numerosi saranno gli ammalati e peggiore sarà la scelta che dovranno fare i medici». Lucia ( nome di fantasia, ndr) racconta: «Convivo felicement­e, sì, con un tumore scoperto a 48 anni, ho continuato a lavorare, fino a due anni fa come dirigente in una multinazio­nale, poi come volontaria nell’associazio­ne Salute Donna, a occuparmi con gioia dei miei figli, a vivere questa vita meraviglio­sa con marito, figli, con i miei amici e i miei cari. Poi arriva il coronaviru­s.E le paure. Se dovessimo ammalarci ci sarà un letto in terapia intensiva? Pensiamo a ciò che rischiamo prima di violare le limitazion­i, si tratta di rinunciare a sciocchezz­e e scegliere la vita».

Lo stesso messaggio arriva da Carmela Mazzarelli, che pubblica la sua lettera su Facebook: «A voi forti, sani e sicuri da noi fragili, vulnerabil­i e pericolosi: aiutateci». Ex vigilessa, si presenta: «Ho 61 anni, vivo a Buccinasco, ultima chemiotera­pia a ottobre, carcinoma. E parlo a nome di quelli come me, malati cronici e oncologici, oltre agli over 65». Chiede «alla persone, autodiscip­lina», «alle istituzion­i, al sindaco, più controlli: facciano “stare a casa”». E aiuti: «La consegna dei farmaci e della spesa agli anziani non basta. Serve un servizio per i prelievi ematici a domicilio per i malati. E subito il provvedime­nto più importante: le mascherine. Devono essere distribuit­e a tutte le persone a rischio». Siamo «mine vaganti», scrive. E spiega: «In caso di contagio siamo quelli più vulnerabil­i, con difese immunitari­e basse. E siamo in tanti, possiamo bloccare interi ospedali. Proteggend­o noi garantiret­e anche la salute collettiva». «Più rigore — è anche il suo appello —. E controlli nelle strade. Sono uscita per andare in ospedale, non ne ho visti. Si deve restare a casa».

La lettera

«Noi, fragili, chiediamo a voi sani di fare attenzione: potete salvare la nostra vita»

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Infermiere L’esame finale di Scienze Infermieri­stiche ieri in Statale è stato sostenuto con una video conferenza (Ansa)

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