Contratti sospesi e lavoro nero: il rebus delle badanti
La manager affetta da tumore: temo di star male e di non trovare più un posto in terapia intensiva L’ex vigilessa: maggiori verifiche su chi esce di casa
In un settore che su 2 milioni di lavoratori (colf, badanti e baby sitter) ne conta solo 800 mila in regola, e dove ancora si può licenziare senza motivazione, l’emergenza coronavirus sta causando licenziamenti a valanga e aumento del lavoro in nero. «Il governo non ha previsto nessun ammortizzatore sociale», denuncia Andrea Zini, vicepresidente di Assindatcolf, che chiede con forza la cassa integrazione in deroga.
«#restate a casa. Salvi la tua vita e la mia. Noi malati di cancro rispettiamo la vita, voi rispettate la nostra salute». È il messaggio di una volontaria milanese, da ieri sui social network. «Da sette anni vivo con un tumore al polmone e il mio appello non può essere che questo: vi chiediamo di essere prudenti, di accettate le restrizioni con un sorriso sulle labbra, rimanete in casa e scegliete la vita». Spiega che ha deciso di scrivere dopo aver sentito i medici dai reparti di Terapia intensiva «costretti a scegliere a chi salvare la vita» e dopo aver visto le immagini dell’ultimo fine settimana «con le famiglie nei parchi, le persone ammassate alla stazione Garibaldi in fuga dalla zona rossa»: «Più andiamo in giro con menefreghismo, più numerosi saranno gli ammalati e peggiore sarà la scelta che dovranno fare i medici». Lucia ( nome di fantasia, ndr) racconta: «Convivo felicemente, sì, con un tumore scoperto a 48 anni, ho continuato a lavorare, fino a due anni fa come dirigente in una multinazionale, poi come volontaria nell’associazione Salute Donna, a occuparmi con gioia dei miei figli, a vivere questa vita meravigliosa con marito, figli, con i miei amici e i miei cari. Poi arriva il coronavirus.E le paure. Se dovessimo ammalarci ci sarà un letto in terapia intensiva? Pensiamo a ciò che rischiamo prima di violare le limitazioni, si tratta di rinunciare a sciocchezze e scegliere la vita».
Lo stesso messaggio arriva da Carmela Mazzarelli, che pubblica la sua lettera su Facebook: «A voi forti, sani e sicuri da noi fragili, vulnerabili e pericolosi: aiutateci». Ex vigilessa, si presenta: «Ho 61 anni, vivo a Buccinasco, ultima chemioterapia a ottobre, carcinoma. E parlo a nome di quelli come me, malati cronici e oncologici, oltre agli over 65». Chiede «alla persone, autodisciplina», «alle istituzioni, al sindaco, più controlli: facciano “stare a casa”». E aiuti: «La consegna dei farmaci e della spesa agli anziani non basta. Serve un servizio per i prelievi ematici a domicilio per i malati. E subito il provvedimento più importante: le mascherine. Devono essere distribuite a tutte le persone a rischio». Siamo «mine vaganti», scrive. E spiega: «In caso di contagio siamo quelli più vulnerabili, con difese immunitarie basse. E siamo in tanti, possiamo bloccare interi ospedali. Proteggendo noi garantirete anche la salute collettiva». «Più rigore — è anche il suo appello —. E controlli nelle strade. Sono uscita per andare in ospedale, non ne ho visti. Si deve restare a casa».
La lettera
«Noi, fragili, chiediamo a voi sani di fare attenzione: potete salvare la nostra vita»